Carmine Citro, 19 anni. Studente diciannovenne, muore il 9 aprile del 1969 a Battipaglia in provincia di Salerno. In quell’anno due grandi aziende stanno per chiudere. Questa crisi determina uno sciopero che coinvolge centinaia di lavoratori. Durante un momento di tensione, le forze dell’ordine iniziano a sparare all’impazzata. Un proiettile colpisce Carmine che è nel mezzo della folla e della protesta. Muore anche Teresa Ricciardi, colpita mentre è affacciata al balcone. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Teresa Ricciardi, 30 anni. Muore il 9 aprile del 1969 a Battipaglia in provincia di Salerno. In quell’anno due grandi aziende stanno per chiudere. Questa crisi determina uno sciopero che coinvolge centinaia di lavoratori. Durante un momento di tensione, le forze dell’ordine iniziano a sparare all’impazzata. Un proiettile colpisce Teresa mentre è affacciata al balcone. Viene colpito anche Carmine Citro, uno studente di 19anni. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Armando Femiano, 47 anni. Vicebrigadiere di pubblica sicurezza, muore nell'imboscata ai confini tra Pietrasanta e Querceta, il 22 ottobre 1975. Armando Femiano viene ucciso durante un conflitto a fuoco nello svolgimento di una operazione di Polizia Giudiziaria. Nello stesso scontro a fuoco muoiono anche i due colleghi Gianni Mussi e Giuseppe Lombardi, rimane ferito invece il collega Giovan Battista Crisci. Il 19 maggio 1978 gli viene conferita la medaglia d'oro al valor civile "alla memoria". ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Alfredo Manzoni, 7 anni. Viene colpito accidentalmente alla schiena durante un agguato ad un malavitoso di Afragola il 4 novembre del 1973. Due killer a bordo di una Giulia, iniziano a sparare dal finestrino, un malavitoso muore ed un altro resta ferito. Alfredo è di spalle ed uno dei proiettili si conficca nella schiena. Viene portato all’ospedale in condizioni disperate. Sopravvive, ma resta paralizzato. Dopo due anni di agonia, immobilizzato in un letto di ospedale, Alfredo muore. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Iolanda Palladino, 21 anni Studentessa di Giurisprudenza, muore il 21 giugno del 1975 dopo giorni di agonia all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. È il 17 giugno quando la città festeggia la vittoria del Partito Comunista. Iolanda è in macchina, in via Foria a Napoli, quando un gruppo di fascisti lancia una bottiglia incendiaria proprio nella sua vettura. La giovane donna muore bruciata viva. I tre responsabili vengono condannati nel 1977 dal Tribunale di Roma a 6 anni e 8 mesi di reclusione con l’attenuante della preterintenzionalità. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giovanni Pomponio, 55 anni. La mattina del 28 ottobre 1975, Giovanni è di riposo settimanale ma viene comandato a supporto dell'ufficio cassa presso la stazione centrale di Napoli. In quella giornata devono essere pagati gli stipendi per duemila dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Alcuni malviventi armati, appartenenti alla "banda dei catanesi", tentano la rapina, Giovanni prova ad impedire l’assalto alla cassa ma uno dei banditi gli spara un colpo di pistola alla nuca. Sottoposto ad un intervento operatorio, Giovanni Pomponio muore dopo tre giorni di agonia. A Giovanni viene riconosciuta la medaglia d'oro. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Gerardo D'Arminio, 38 anni maresciallo dei carabinieri, chiamato a dirigere il nucleo antidroga a Napoli, viene ucciso in strada ad Afragola il 5 gennaio 1976 colpito da 8 proiettili, mentre con il figlio di appena 4 anni si sta recando a scegliere un regalo. Indagava sui clan di camorra dediti al traffico internazionale di droga. Dell’omicidio si autodenunciò un esponente di un noto clan della camorra, minorenne all'epoca dei fatti. Questi, condannato a diciassette anni di galera, dopo averne scontati appena undici fu rilasciato e trucidato poco dopo nell'ambito di una guerra di camorra. Una medaglia d’argento al valore, e un mezzo busto in una piazza di Afragola, a ricordo di un uomo che ha fatto della lotta alla criminalità lo scopo principale della propria esistenza. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Polverino, 23 anni. Muore il 4 maggio 1977 a Napoli, durante una rapina. Cameriere presso il ristorante "La Taverna del Ghiotto” al Corso Vittorio Emanuele, quella sera è di turno quando due banditi entrano nel locale per rapinare i clienti e il proprietario. Muore trafitto alla schiena da un colpo di fucile. Dopo alcuni giorni vengono arrestati due uomini già noti alle forze dell'ordine, processati e condannati in primo grado a 31 anni di reclusione; condanna poi confermata in appello. Nel 1981, una donna si presenta dalla polizia e confessa di conoscere i veri colpevoli dell'omicidio, scagionando così i due imputati ingiustamente in carcere da 5 anni. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ciro Esposito, 22 anni. Viene ucciso per errore da un proiettile il 23 agosto 1978 ad Ercolano. Cammina sul marciapiede, con la figlia di due anni ed alcuni parenti, quando tre malviventi a bordo di uno scooter esplodono un colpo di pistola diretto ad un furgone in transito. Il proiettile colpisce Ciro al petto. Il ragazzo viene immediatamente soccorso e portato all’ospedale di Torre del Greco dove giunge privo di vita. La Corte di Assise, il 29 maggio 1980, condanna i tre responsabili dell'omicidio rispettivamente ad anni 8, ad anni 7 e 8 mesi e ad anni 9 di reclusione. Nel processo la famiglia di Ciro si è costituita parte civile. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Esposito Ferraioli, 27 anni. Chef nelle cucine della Fatme-Ericsson a Pagani e sindacalista, si batteva per il rispetto dei diritti dei lavoratori, denunciando la gestione di subforniture irregolari. Viene ucciso il 30 agosto 1978 da un commando di camorristi. Ad oggi nessun processo è stato avviato contro i mandanti e gli esecutori dell'omicidio. Nell'ottobre del 2014 il Tribunale di Nocera Inferiore ha riconosciuto Antonio Esposito Ferraioli vittima innocente della criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Lorenzo Iannucci, 18 anni. Muore a Milano la sera del 18 marzo del 1978. Lorenzo, detto "Iaio", si trova in compagnia dell’amico Fausto Tinelli, quando in via Mancinelli 41, vengono circondati da tre uomini che sparano contro di loro 8 colpi di una calibro 32. Iaio muore sul colpo, Fausto spira durante il trasporto in ospedale. A rivendicare l'omicidio è l'Esercito nazionale rivoluzionario dei Nar–nucleo combattente Franco Anselmi. Tuttavia il caso viene archiviato in modo definitivo il 6 dicembre 2000 dal Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, per mancanza di prove sufficienti. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Raffaele Iozzino, 25 anni. Agente di polizia assegnato alla scorta del presidente della Dc Aldo Moro, viene trucidato, insieme ai suoi colleghi, dalle Brigate Rosse nella strage di via Fani a Roma del 16 marzo 1978. Raffaele si trova in macchina con altri due agenti per scortare il Presidente Moro quando resta vittima di un agguato da parte di un gruppo di militanti delle Brigate Rosse. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Claudio Miccoli, 20 anni. Militante pacifista muore a Napoli in seguito ad un duro pestaggio il 30 settembre 1978. Claudio si trova in piazza Sannazaro quando si imbatte in un gruppo di estrema destra intento a compiere un’aggressione. Il suo intervento ne determina un pestaggio a morte. Il ragazzo muore dopo sei giorni di agonia in ospedale, acconsentendo, in un ultimo momento di lucidità, all'espianto degli organi. Per l'assassinio di Claudio Miccoli vengono fermati 9 imputati tra i neofascisti protagonisti del brutale pestaggio. Alla fine del processo vengono effettivamente condannati l'autore materiale dell'assassinio a 14 anni di carcere ed un complice a 6 anni di carcere ,quest'ultimo, condannato per concorso anomalo in omicidio volontario. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Alfredo Paolella, 50 anni. Medico e docente universitario, viene ammazzato l'11 ottobre del 1978 da un commando di Prima Linea nell'autorimessa del quartiere Vomero. Membro della Commissione nazionale per la riforma delle carceri e direttore del Centro di Osservazione criminologica del penitenziario di Poggioreale. Medaglia d'oro di vittima del terrorismo. Il gruppo di fuoco è stato interamente arrestato e condannato con sentenza della Corte d'Assise di Napoli nell'ottobre 1985. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Girolamo Tartaglione, 65 anni. Direttore Generale degli Affari Penali, viene assassinato il 10 ottobre 1978 dalle Brigate Rosse mentre rientra a casa dal Ministero di Grazia e Giustizia. Aveva contribuito alla stesura del nuovo ordinamento penitenziario, alla redazione del disegno di legge a di riforma del sistema penale attraverso il quale si depenalizzavano alcuni reati. Girolamo Tartaglione è riconosciuto vittima del terrorismo. I responsabili dell'omicidio sono stati tutti processati e condannati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Domenico Beneventano, 32 anni. Chirurgo e medico di base, consigliere comunale ad Ottaviano, il 7 novembre 1980 viene ucciso dai sicari del boss della zona, per essersi opposto ai progetti di cementificazione speculativa ed al coinvolgimento di imprese legate alla camorra nel dopo terremoto. La morte di Mimmo provoca una mobilitazione sociale senza precedenti sul territorio di Ottaviano. Proprio in questo comune nasce l'associazione degli studenti contro la camorra e di lì a poco viene organizzata la prima marcia anticamorra. In sua memoria è stata costituita una Fondazione, presieduta dalla sorella Rosalba. Mimmo Beneventano è riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Esposito, 25 anni. Agente di polizia, viene ucciso il cinque gennaio del 1980 nella tabaccheria del padre, in corso Garibaldi ad Afragola, presa d’assalto da due malviventi armati e mascherati. Il poliziotto, che prestava servizio nella sezione della polizia stradale di Benevento, quel giorno era libero dal servizio ma interviene a difesa del genitore. La reazione dei malviventi è spietata. Nel 1981 ai familiari di Esposito viene consegnata la medaglia d'oro al valor civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Nicola Giacumbi, 52 anni. Procuratore della Repubblica “facente funzioni”, viene barbaramente assassinato da un gruppo di terroristi delle Brigate Rosse, la sera del 16 marzo 1980. Stava indagando su un incendio doloso sviluppatosi a seguito di un attacco dinamitardo presso una filiale della Fiat. Otto i brigatisti individuati come autori dell'omicidio di Giacumbi, tutti successivamente condannati dalla Corte d'Assise d'Appello di Potenza. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Filomena Morlando, 25 anni. Giovane insegnante, viene uccisa il 17 dicembre del 1980, a pochi passi da casa, a Giugliano, colpita da un proiettile perché presa vigliaccamente come “scudo umano” nel corso di un conflitto a fuoco tra camorristi. Mena quel giorno era scesa di casa per raggiungere una lavanderia poco distante. Il caso non ha mai avuto soluzione giudiziaria. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ciro Rossetti, 31 anni. Giovane operaio dell'Alfasud, viene ucciso l'undici ottobre del 1980 a San Giovanni a Teduccio da un proiettile vagante, esploso dalle bande criminali presenti su quel territorio mentre in televisione viene trasmessa la partita di qualificazione ai mondiali Italia-Lussemburgo. Ciro, incuriosito dai rumori, si sporge dalla finestra. Viene colpito da colpi di arma da fuoco all'occhio sinistro. In quegli anni si combatte una vera e propria guerra tra clan di camorra per il controllo del contrabbando di sigarette. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Russo, 82 anni. Contadino e venditore ortofrutticolo al mercato di Giugliano in Campania, nonostante l'età, Pasquale quotidianamente era solito raggiungere il mercato guidando la sua vecchia moto-ape. L'anziano contadino preferiva vendere in prima persona i prodotti della sua terra. Il 23 luglio 1980 Pasquale viene colpito da alcuni proiettili vaganti proprio nel mentre sta svolgendo il suo lavoro. L'obiettivo dell'agguato di camorra era un boss della mala locale. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Rocco Santoro, 31 anni. Agente di polizia, muore a Milano la mattina dell’8 gennaio del 1980. Rocco si trova in servizio con due colleghi, Antonio Cestari e Michele Tatulli quando viene mortalmente colpito da un gruppo di terroristi. I tre agenti di polizia muoiono sul colpo riversi sui sedili. L'attentato viene rivendicato dalle Brigate Rosse motivandolo come benvenuto al Generale Dalla Chiesa appena giunto a Milano. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Marcello Torre, 48 anni. Avvocato penalista e sindaco di Pagani, l'11 dicembre del 1980 viene ucciso dai sicari di un potente boss della camorra, in quanto la sua onestà rappresentava un serio ostacolo all’assegnazione di appalti per la rimozione delle macerie a ditte compromesse con la camorra. Nel 2002 viene confermata la condanna all'ergastolo del boss, riconosciuto dai giudici mandante del delitto. Nel 2007 a Marcello Torre è assegnata la Medaglia d'oro al merito civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

William Vaccher, 26 anni. Militante in prima linea, muore a Milano il 7 febbraio del 1980 a seguito di una feroce rappresaglia da parte dei suoi ex compagni. William quella mattina prova a fuggire alla vista di tre uomini e una donna, che conosceva e dei quali aveva paura. I 4 terroristi lo raggiungono e, a volto scoperto, lo uccidono perché sospettato di tradimento e delazione. L’omicidio viene rivendicato all’indomani da “Prima Linea”. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Carlo Buonantuono, 27 anni. Viene ucciso il 19 ottobre del 1981 a Milano. Poliziotto di origine casertana, si trova con un collega, Vincenzo Tumminello, quando si accinge al controllo di un’autovettura sospetta. I due vengono brutalmente uccisi con colpi di arma da fuoco esplosi da terroristi appartenenti alla formazione eversiva di estrema destra "Nuclei armati rivoluzionari" (Nar). Buonantuono è insignito della Medaglia d'oro al merito civile "alla memoria", il 31 marzo 2005. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Mario Cancello, 34 anni. Autista presso la Regione Campania, viene assassinato il 27 aprile 1981 a Torre del Greco mentre sta riaccompagnando a casa l'assessore regionale all'urbanistica e all'edilizia e presidente del Comitato per la ricostruzione delle zone terremotate in Campania, Ciro Cirillo. I processi hanno accertato che l'agguato e il sequestro erano stati organizzati e compiuti dagli appartenenti alle Brigate Rosse. Mario Cancello è stato insignito della medaglia d'oro al valor civile nel 2006. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ciro Capobianco, 21 anni. Napoletano di nascita ma di stanza a Roma, aveva scelto da giovanissimo, appena 21enne, di entrare in Polizia. Dopo soltanto due mesi di servizio la pattuglia di Ciro si imbatte in un commando di terroristi sulla via Flaminia, nei pressi del quartiere Labaro. Si tratta di esponenti dei N.A.R., i nuclei armati rivoluzionari di estrema destra. Salvatore Barbuto, il capo pattuglia, riporterà anch’egli lievi ferite mentre Luigi D’Errico, alla guida della volante, ne uscirà illeso. Ciro morirà dopo due giorni di ricovero, i suoi assassini saranno in seguito tutti arrestati e condannati all'ergastolo per concorso in attentato con finalità terroristiche. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Carbone, 57 anni. Brigadiere della Polizia di Stato, viene assassinato il 27 aprile 1981 a Torre del Greco mentre sta riaccompagnando a casa l'assessore regionale all'urbanistica e all'edilizia e presidente del Comitato per la ricostruzione delle zone terremotate in Campania, Ciro Cirillo. I processi hanno accertato che l'agguato e il sequestro erano stati organizzati e compiuti dagli appartenenti alle Brigate Rosse. Luigi Carbone è stato insignito della medaglia d'oro per le vittime del terrorismo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ciriaco Di Roma, 30 anni. Agente di Pubblica Sicurezza originario di Taurasi, viene ucciso il 21 ottobre 1981 ad Acilia, mentre accompagna il capitano della Digos Francesco Straullu, massimo esperto di terrorismo neofascista della Questura di Roma. Ciriaco di Roma viene insignito della medaglia d'oro al merito civile "alla memoria" e riconosciuto nel 2009 vittima del terrorismo. Le indagini della Polizia consentirono di individuare e catturare tutti i componenti del commando, che vennero poi condannati all’ergastolo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Dino Gassani, 51 anni. Avvocato penalista, viene ucciso da emissari della camorra il 27 marzo del 1981, insieme al suo segretario Giuseppe Grimaldi, quando, per la sua integrità morale, si oppone alla richiesta di ritrattazione da indurre ad un proprio assistito, divenuto collaboratore di giustizia. Dino Gassani e Pino Grimaldi sono stati insigniti della medaglia d'oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La corte di Cassazione conferma la condanna all’ergastolo dei due esecutori materiali della morte di Dino Gassani e Giuseppe Grimaldi. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vito Ievolella, 52 anni. Sottufficiale dei carabinieri, di origine campana, viene ucciso il 10 settembre 1981 a Palermo in Piazza Principe di Camporeale da sicari mafiosi, attinto da numerosi colpi di pistola e di fucile. Muore sul colpo mentre sua moglie, con lui a bordo dell'auto, riporta una ferita sull'arco sopraccigliare destro. Vito porta avanti un'indagine sugli affari illeciti di una famiglia mafiosa. Nel 2003 la Corte d'assise di Palermo condanna all'ergastolo il mandante e uno degli esecutori materiali e a sei anni e mezzo uno tra gli imputati, per calunnia. I collaboratori vengono condannati a dieci anni di pena. A Vito Ievolella il capo dello Stato riconosce la Medaglia d'oro al valore civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Mariano Mellone, 33 anni. Operaio in una fabbrica di calzature di S. Giorgio a Cremano, viene ammazzato il 12 marzo del 1981 a Napoli, in un regolamento di conti tra clan rivali, perché scambiato per il boss designato. Operaio in un fabbrica di calzature, quel giorno era riuscito ad ottenere un permesso di lavoro e, dopo aver accompagnato la moglie, si era recato nell'autofficina dell'amico per riparare l'auto. Mariano è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Salvia, 38 anni. Vicedirettore dal 1976 del Carcere di Poggioreale, venne trucidato il 14 aprile 1981 in un barbaro agguato ordinato dal boss della Nuova Camorra Organizzata, in quanto Salvia pretese che il boss, al rientro in Poggioreale, fosse perquisito come da regolamento carcerario. Per l'omicidio di Giuseppe Salvia, il boss in questione è stato condannato all’ergastolo. Oggi il penitenziario napoletano ha preso il nome dell’eroico funzionario dello Stato. Nel 2013 Giuseppe Salvia è insignito della medaglia d'oro al valore civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Cafiero, 18 anni. Viene ucciso per uno scambio di persona il 21 aprile 1982 a Torre Annunziata mentre si trova in macchina con la fidanzata Annamaria. La fidanzata resta ferita. Grazie ad alcune dichiarazioni di un pentito inizia il processo che si conclude con l'assoluzione degli esecutori perché il pentito è considerato non attendibile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi D’alessio, 41 anni. Maresciallo dei Carabinieri, viene assassinato a Torre Annunziata l'8 gennaio del 1982. È in macchina con i colleghi quando individua un’auto con a bordo dei camorristi latitanti. Dopo un lungo inseguimento riesce a fermarli ma loro sparano numerosi colpi di pistola uccidendolo. A poca distanza viene ritrovato il corpo senza vita di una sedicenne, Rosa Visone, colpita da un proiettile vagante. Per la sua morte viene arrestato un pregiudicato a Secondigliano, al termine di un lungo inseguimento. È insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Gennaro De Angelis, 37 anni. Viene ucciso dalla camorra il 15 ottobre 1982. Addetto alla ricezione dei pacchi per i detenuti presso il Carcere di Poggioreale, si rifiuta di fare favori agli esponenti della criminalità organizzata. Viene ucciso dalla camorra per il suo scrupolo professionale e il grande rispetto della legge. Gennaro De Angelis “vittima del dovere” è riconosciuto successivamente anche “vittima della criminalità organizzata”. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Mario De Marco, 31 anni. Agente della Polizia di Stato, muore dopo tre giorni di agonia a seguito di uno scontro a fuoco con le Brigate Rosse il 30 agosto del 1982 a Salerno. Nell'agguato, la cosiddetta strage di Salerno, muore anche un suo collega Antonio Bandiera e viene ferito il caporale dell'esercito Antonio Palumbo, che morirà a Napoli il 23 settembre del 1982. Il processo si conclude senza condanne. Nel 1988 De Marco viene onorato della medaglia d'argento al valor civile "alla memoria” e nel 2010 gli viene concessa l'onorificenza di "vittima del terrorismo". ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio De Rosa, 46 anni. Viene ucciso il 23 ottobre 1982 a Giugliano in Campania mentre è fermo sotto casa con suo figlio a scambiare alcune battute con il custode del palazzo e con altri condomini. Quella sera Antonio De Rosa indossava una giacca simile nel colore a quella vestita da un affiliato alla camorra. Antonio viene colpito perché scambiato per un appartenente al clan della zona. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Raffaele Delcogliano, 37 anni. Assessore regionale al lavoro della Campania per la Democrazia Cristiana, il 27 aprile del 1982 viene assassinato. Due terroristi a bordo di una moto, dopo aver costretto l’auto blindata a fermarsi in una via di Napoli, colpiscono a morte Raffaele Delcogliano e il suo autista Aldo Iermano. L’attentato viene rivendicato dalle “Brigate Rosse – Partito della guerriglia” . Presso il Consiglio regionale della Campania viene inaugurata, nel mese di settembre 2017, la biblioteca intitolata a Raffaele Delcogliano. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Annamaria Esposito, 33 anni. Muore il 7 gennaio 1982 nel suo bar a San Giorgio a Cremano con decine di colpi di pistola. Non ci sono testimonianze riguardanti l’accaduto né responsabili. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antimo Graziano, 45 anni. Brigadiere del Corpo degli Agenti di Custodia ,il 14 settembre smonta dal servizio e a bordo della propria autovettura e si dirige verso la propria abitazione, alla periferia nord di Napoli. Giunto sotto casa viene affiancato da tre individui a bordo di motociclette di grossa cilindrata che lo uccidono con diversi colpi. Le indagini successivamente accertano la natura camorristica dell'omicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Aldo Iermano, 45 anni. Il 27 aprile del 1982 viene assassinato. Due terroristi a bordo di una moto, dopo aver costretto l’auto blindata a fermarsi in una via di Napoli, colpiscono a morte Raffaele Delcogliano, e il suo autista, Aldo Iermano. Le sentenze addebiteranno gli omicidi ad appartenenti delle Br-Pg, responsabili, altresì, dell'agguato in cui perdono la vita Antonio Ammaturo e Pasquale Paola, nel luglio del 1982. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Simonetta Lamberti, 11 anni. Viene uccisa il 29 maggio 1982 a Cava de' Tirreni, mentre è in macchina con il padre, Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina impegnato nelle indagini contro la criminalità organizzata, destinatario dei proiettili dei killer. Ad essere raggiunta dai proiettili, la piccola Simonetta. Arrestati i presunti responsabili dell'agguato: uno di essi è condannato all'ergastolo, gli altri due assolti per insufficienza di prove. Nel 2011 le rivelazioni di un pentito, che confessa di aver fatto parte del commando, portano alla riapertura del caso. Il pentito è stato condannato a 30 anni. Nel 2019 l'uomo responsabile dell'omicidio della piccola Simonetta torna a piede libero dopo aver presentato un'istanza tramite il suo avvocato per tornare a casa e curare i due tumori di cui è affetto. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Andrea Mormile, 31 anni. Maresciallo di Polizia, è ucciso il 3 settembre 1982 da killer comandati da esponenti della criminalità organizzata, mentre, libero dal servizio, si trova con alcuni amici davanti a un bar di Frattaminore. Con i suoi arresti, Andrea aveva già in diverse occasioni intralciato i traffici del clan in ascesa nella zona di Sant'Antimo e legato alla Nuova Camorra Organizzata. Andrea era molto rispettato in paese e rappresentava agli occhi della camorra locale uno scomodo presidio di legalità da eliminare. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Gennaro Musella, 57 anni. Di origini campane negli anni settanta si trasferisce con la sua azienda edile in Calabria. Musella viene barbaramente ucciso a Reggio Calabria per aver denunciato gli illeciti nell'appalto del costruendo porto di Bagnara Calabra. Il 3 maggio 1982, Gennaro esce di casa per andare a lavoro ma la sua auto imbottita di esplosivi salta in aria. Nel 1988 le indagini sul delitto Musella vengono archiviate. Il caso viene riaperto nel 1993 ma le nuove indagini non portano ad alcun processo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Salvatore Nuvoletta, 20 anni. Il 2 luglio 1982 viene colpito a morte dai proiettili esplosi da un commando di killer. Il giovane Salvatore riesce a salvare la vita di un bambino seduto sulle sue ginocchia. Il movente del delitto, a lungo sconosciuto, diventerà chiaro soltanto attraverso le confessioni rese successivamente da un pentito: l'omicidio di Nuvoletta fu la conseguenza dell'uccisione di un potente boss della camorra casertana, colpito a morte durante un conflitto a fuoco con i carabinieri. Salvatore Nuvoletta è stato premiato con il conferimento della medaglia d'oro al Merito Civile nel giugno 2003. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Antonio Palumbo, 22 anni. Caporale, nativo della Puglia, muore dopo quasi un mese di agonia in ospedale, il 23 settembre del 1982 a Salerno. Il 26 agosto il convoglio su cui si trova viene attaccato da un comando delle brigate Rosse e Antonio resta gravemente ferito. Nella cosiddetta strage di Salerno, perdono la vita anche i colleghi Antonio Bandiera e Mario de Marco. Il processo si conclude senza condanne. Il 24 maggio 1983 viene onorato della medaglia d'argento al valore dell'Esercito alla memoria. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Paola, 32 anni. Agente di scorta e uomo fidato del vicequestore Antonio Ammaturo, viene assassinato a Napoli dalle Brigate Rosse il 15 luglio 1982 perché il vicequestore sta eseguendo indagini sul rapimento del politico Ciro Cirillo. I mandanti dell'omicidio non sono mai stati identificati. È condannato invece in via definitiva un commando di 4 persone appartenenti alla Colonna Napoletana delle Brigate Rosse. Insieme a loro è poi condannata all'ergastolo una donna appartenente alle Brigate per aver partecipato all'omicidio. Attualmente è libera. Nel 1984 ai due uomini di stato viene conferita la Medaglia d'oro al valore civile. Nel maggio 2010 è stata consegnata alla famiglia di Pasquale Paola un'onorificenza nel corso di eventi commemorativi organizzati dalla Prefettura di Napoli. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Alfredo Paragano, 39 anni. La mattina del 12 febbraio 1982, viene ucciso da un gruppo di sicari mentre si reca a lavoro ad Arzano, in provincia di Napoli. Solo dopo 28 anni dalla sua morte si chiarirà la matrice camorristica del delitto e Alfredo Paragano verrà riconosciuto come "Vittima del dovere" dal Ministero dell'Interno. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Raffaele Sarnataro, 51 anni. Viene ucciso il 21 aprile 1982 durante un raid organizzato per colpire un esponente della criminalità organizzata. Nell'agguato vengono uccisi per errore Raffaele Sarnataro, Antonio Esposito e un‘altra persona. L'omicidio si inserisce all'interno della faida tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia. Nel 2015 Raffaele Sarnataro viene riconosciuto dal Ministero dell'Interno vittima innocente della criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vincenzo Truocchio, 36 anni. Appuntato di origini avellinesi, viene gravemente ferito da una banda di rapinatori il 4 agosto 1982, a Capodichino, quartiere periferico di Napoli. È in servizio con due colleghi quando interviene per sventare una rapina in un’agenzia di pratiche automobilistiche. Muore il 13 agosto 1982 all’ ospedale “Pellegrini”, nonostante due interventi chirurgici. A distanza di trent'anni viene arrestato a Londra e condannato a 15 anni e 4 mesi di carcere colui che sparò, gli altri due hanno scontato 25 e 16 anni di carcere. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Cristiano, 27 anni. Agente di custodia in servizio presso il penitenziario napoletano di Poggioreale, il 2 dicembre 1983 rimane vittima di un agguato camorristico. Con lui resta ferito gravemente il collega Aniello De Cicco. In quel periodo, i sicari della Nuova Camorra Organizzata volevano assicurarsi, attraverso l’intimidazione, un trattamento di favore per i capiclan detenuti. Antonio Cristiano è riconosciuto “Vittima del Dovere” dal Ministero dell'Interno. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ignazio De Florio, 24 anni. Originario di Apice, in provincia di Benevento, presta servizio come agente di custodia presso la Casa di Reclusione di Carinola. Ignazio viene ucciso poco dopo la fine del suo turno pomeridiano, in prossimità della sua abitazione dove ad attenderlo ci sono la giovane moglie e una figlia di 16 mesi. Il processo per gli autori dell'omicidio di Ignazio De Florio non si è mai celebrato e gli autori dell'agguato sono rimasti ignoti. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Francesco Imposimato, 44 anni. E’ ucciso l'11 ottobre 1983 per una “vendetta trasversale”, frutto di un patto tra Cosa Nostra, Camorra e Banda della Magliana. Suo fratello è il giudice istruttore Ferdinando, impegnato al tempo in indagini sull'omicidio di un boss della mala e su una serie di speculazioni edilizie nella capitale. Francesco lavorava presso la Face Standard e da ambientalista era impegnato nella denuncia delle cave abusive ricavate sui monti Tifatini ad opera di imprese riconducibili ad capo camorrista di Marano. Sarà proprio quest'ultimo ad ordinare l'omicidio, con il supporto di un esponente della mafia e un accolito della Banda della Magliana, entrambi interessati a colpire in modo indiretto il giudice Ferdinando. Il processo Spartacus porterà alla condanna all'ergastolo di esponenti della mafia e della camorra. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Mandato, 53 anni. Maresciallo degli agenti di custodia presso la Casa Circondariale di S.M. Capua Vetere viene ammazzato il 5 marzo 1983 mentre si reca in servizio. Pasquale Mandato viene ucciso per l'intransigenza dimostrata nei confronti della criminalità organizzata. Il maresciallo Mandato viene riconosciuto “Vittima del Dovere” ai sensi della legge 466/1980 dal Ministero dell’Interno e Il 10 ottobre 2008 viene insignito di Medaglia d'Oro al Merito Civile alla Memoria. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Nunzia Munizzi, 10 anni. Il 3 luglio del 1983 vengono ritrovati i due piccoli corpi di Nunzia Munizzi e Barbara Sellini. Una morte atroce per queste due bambine, violentate, pugnalate e bruciate. L'intero quartiere di Ponticelli e tutta Napoli rimasero fortemente scossi per quel terribile duplice omicidio. Accusati dell'atto barbaro e sanguinario tre giovani ventenni incensurati. Senza alcuna prova che ne determinasse la colpevolezza, i tre giovani vennero condannati all'ergastolo nel marzo del 1986 in base alle accuse di un supertestimone. Dopo vari tentativi di revisione del processo, a distanza di 28 anni l'ex giudice Ferdinando Imposimato richiede la riapertura del processo. Le tre persone condannate ingiustamente per quel terribile omicidio, dopo aver trascorso 24 anni di detenzione, sono attualmente uscite per buona condotta, sebbene abbiano ancora l'obbligo di firma in caserma. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Barbara Sellini, 7 anni. Il 3 luglio del 1983 vengono ritrovati i due piccoli corpi di Barbara Sellini e Nunzia Munizzi. Una morte atroce per queste due bambine, violentate, pugnalate e bruciate. L'intero quartiere di Ponticelli e tutta Napoli rimasero fortemente scossi per quel terribile duplice omicidio. Accusati dell'atto barbaro e sanguinario tre giovani ventenni incensurati. Senza alcuna prova che ne determinasse la colpevolezza, i tre giovani vennero condannati all'ergastolo nel marzo del 1986 in base alle accuse di un supertestimone. Dopo vari tentativi di revisione del processo, a distanza di 28 anni l'ex giudice Ferdinando Imposimato richiede la riapertura del processo. Le tre persone condannate ingiustamente per quel terribile omicidio, dopo aver trascorso 24 anni di detenzione, sono attualmente uscite per buona condotta, sebbene abbiano ancora l'obbligo di firma in caserma. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Angela Calvanese, 33 anni. Insegnante di Somma Vesuviana, la sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, insieme ai figli Anna e Giovanni e al marito Nicola De Simone, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Per la strage del treno 904 vengono comminate pene esemplari a diversi boss di cosa nostra e della camorra. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Lucia Cerrato, 66 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’ 8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo stesso boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini processuali, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giovanni De Simone, 4 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, insieme alla mamma Angela Calvanese e al padre e alla sorella Nicola e Anna De Simone, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Per la strage del treno 904 vengono comminate pene esemplari a diversi boss di cosa nostra e della camorra. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziari, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Nicola De Simone, 40 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, insieme alla moglie Angela Calvanese e i figli Anna e Simone, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Per la strage del treno 904 vengono comminate pene esemplari a diversi boss di cosa nostra e della camorra. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Anna De Simone, 9 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, insieme alla mamma Angela Calvanese e al padre e al fratello Nicola e Giovanni De Simone, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Per la strage del treno 904 vengono comminate pene esemplari a diversi boss di cosa nostra e della camorra. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Agostino Mastrodicasa, 22 anni. Il 13 gennaio 1984, insieme ad altri colleghi della 4^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Agostino è impegnato in una serie di controlli nelle abitazioni di pregiudicati a Casoria. Un uomo, per sfuggire ai controlli dei poliziotti in quanto latitante da qualche tempo, cerca la fuga e apre il fuoco contro gli agenti. Mastrodicasa viene ferito e, trasportato presso l'ospedale "Nuovo Pellegrini", muore dopo poco. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Pisanti, 41 anni. Nel pomeriggio del 5 novembre del 1984 Antonio Pisanti si trova, insieme alla moglie, nella sua gioielleria a Maddaloni, quando due giovani a viso scoperto, armati di pistola, tentano una rapina all'interno della sua gioielleria. Intanto i due rapinatori dileguatesi a piedi, non vengono né individuati e né fermati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Salvatore Squillace, 28 anni. Perde la vita per un agguato camorristico il 10 giugno 1984, dopo sei giorni di straziante agonia. Vero obiettivo dei killer è un boss di Marano ma proiettili vaganti colpiscono anche Salvatore che si trova in compagnia di un amico al bar. Sarà grande la partecipazione della popolazione per questo barbaro omicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Gioacchino Taglialatela, 50 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 17 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’ 8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Federica Taglialatela, 12 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 17 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’ 8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Abramo Vastarella, 29 anni. La sera del 23 dicembre 1984 viaggia a bordo del treno Rapido 904, quando un ordigno esplode sullo stesso treno, nei pressi della località di San Benedetto Val di Sambro, determinando 16 morti e 267 feriti. Il treno era partito da Napoli con direzione Milano, carico di viaggiatori di rientro per le imminenti festività. Per le modalità organizzative ed esecutive, nonché in relazione ai personaggi coinvolti, l’attentato è stato indicato dalla Commissione Parlamentare sul Terrorismo come il punto di collegamento tra gli anni di piombo e l’epoca del terrorismo di matrice mafiosa. Nel maxiprocesso dell’ 8 novembre 1985, di fronte al giudice istruttore Giovanni Falcone emergono i legami intrecciati fra mafia, camorra, gli ambienti del terrorismo neofascista, la Loggia P2 fino ad arrivare alla Banda della Magliana. Nel 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emette una ordinanza di custodia cautelare a carico di un boss mafioso, accusato di essere il mandante della strage. Nel maggio 2013 la Procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per questo boss quale "mandante, determinatore e istigatore della strage", inquadrando l'attentato nell'ambito di quella strategia che cercava di distogliere l'attenzione dello Stato dalle attività di Cosa Nostra in Sicilia. Il boss, dopo varie vicissitudini giudiziarie, muore nel 2017. Con la sua scomparsa si estingue anche il processo relativo alla strage. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Mario Diana, 49 anni. Ucciso a Casapesenna il 26 giugno 1985 per aver difeso dalla camorra la sua impresa di trasporti. Mario si trova fuori dal bar “Oreste” quando due uomini gli si avvicinano e, dopo averlo chiamato per nome, gli sparano contro. Per il delitto è stato condannato all'ergastolo un potente boss locale e a diversi anni di carcere numerosi pentiti del clan. Nel giugno 2013 è stata istituita la Fondazione Mario Diana, per volontà dei familiari dell'imprenditore ucciso. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Giancarlo Siani, 26 anni. Giornalista de “Il Mattino”, è ucciso dalla camorra sotto la sua abitazione al Vomero il 23 settembre 1985, per il suo impegno teso a fornire un'informazione di dettaglio sul campo, volto a denunciare le problematiche sociali del disagio e dell'emarginazione, svolgendo inchieste sui traffici criminali e sull'espansione economica delle attività illegali delle organizzazione camorristiche. Per chiarire i motivi che hanno determinato la sua morte e identificare mandanti ed esecutori materiali sono stati necessari 12 anni e 3 pentiti. Per il delitto sono state emesse 5 condanne all'ergastolo. Condannati sia i mandanti che gli esecutori del barbaro omicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Vittorio Esposito, 31 anni. Agente in servizio presso la Questura di Napoli, è ucciso il 7 luglio 1986 in occasione di un agguato teso ad un capo clan. E' a casa di un amico, quando si accorge della sparatoria in atto nei pressi di alcune abitazioni in via Montagna Spaccata. Cerca di intervenire con la propria arma di ordinanza e viene colpito da sicari della camorra che sparano all'impazzata. Due di essi vengono arrestati poco dopo mentre il terzo uomo si da alla fuga. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Giovanni Pizzone, 10 anni. Muore a Casavatore il 3 gennaio 1986. Il suo corpo viene ritrovato sotto un ponte alla periferia del comune otto giorni dopo la sua scomparsa con profonde ferite alla gola e le braccia staccate. I carabinieri arrestano un giovane di venticinque anni con problemi mentali. L'uomo confessa di aver incontrato il piccolo per strada e di averlo convinto a fare una passeggiata fin sotto il ponte dove poi l'ha ucciso dopo aver abusato di lui. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Staiano, 35 anni. Imprenditore edile, viene ucciso il 4 luglio del 1986 da due killer in moto mentre si reca dal fruttivendolo a Torre Annunziata. Aveva deciso poco prima di denunciare i suoi estorsori. Viene considerato il primo imprenditore che si è opposto alle estorsioni . ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Aniello Giordano, 63 anni. Sottoufficiale della polizia in pensione, il 20 dicembre 1987 si trova coinvolto in una sparatoria di camorra all’interno del mobilificio “2P” di Torre del Greco, dove si trova per acquistare un salotto per il figlio, sposatosi da poco. L'obiettivo dell’agguato sarebbe dovuto essere il titolare del mobilificio, bersaglio dei clan per la sua scelta di non pagare il pizzo. Nonostante il preciso quadro investigativo sull’origine camorristica dell’omicidio, gli autori rimangono sconosciuti. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luciano Pignatelli, 24 anni. Il 4 dicembre 1987, Carmelo Ganci e Luciano Pignatelli, seppur liberi dal servizio, si lanciano all’inseguimento di un gruppo di banditi che poco prima aveva rapinato un bar di Castel Morrone, in provincia di Caserta. Diversi colpi di fucile vengono esplosi contro Luciano che, accasciatosi privo di sensi, perde il controllo della propria autovettura, la quale frana rovinosamente in una scarpata. I tre rapinatori-assassini, affiliati ai Casalesi, saranno condannati all'ergastolo dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Condanne confermate nei successivi gradi di giudizio. Il quarto componente del gruppo di fuoco non è mai entrato nell’inchiesta riaperta nel 2004, in quanto deceduto precedentemente in un conflitto a fuoco tra clan rivali. Nel 1987 e nel 1988 alle famiglie dei carabinieri Carmelo Ganci e Luciano Pignatelli viene consegnata la Medaglia d'oro al valore militare e alla memoria. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Mascolo, 61 anni. Titolare di una nota farmacia a Cellole, viene ucciso il 20 settembre 1988 a Baia Domizia nei pressi della sua abitazione perché si era opposto fermamente ai tentativi di richieste estorsive del clan della zona. Il processo si è concluso con la condanna a 21 anni per uno dei due esecutori materiali, l'altro uomo è deceduto prima che venisse aperto il procedimento giudiziario. Durante il processo fondamentale è stata la testimonianza del figlio del farmacista. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Tammaro Romano, 36 anni. Il sovrintendente principale della polizia giudiziaria Tammaro Romano muore il 4 aprile 1988 dopo 4 giorni di agonia a seguito di una sparatoria avvenuta a Grumo Nevano. Tammaro era a capo della squadra giudiziaria del Commissariato di Montecalvario. I suoi assassini non si sono mai trovati. A Tammaro Romano è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Gaetano De Cicco, 38 anni Gaetano De Cicco, 38enne, vittima innocente. Viene ucciso l'11 novembre 1989. Uno scontro tra bande rivali della criminalità organizzata presso il bar “Sayonara” a Ponticelli si trasforma in una vera e propria strage. Quattro innocenti vengono colpiti e barbaramente uccisi: Gaetano De Cicco, Gaetano Di Nocera, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino. Solo nel 2013 ben 11 responsabili sono condannati all'ergastolo ed altri a pene di 16 e 14 anni. Nel 2016, dopo 27 anni, è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione per la Strage di Ponticelli: fine pena mai per gli 11 imputati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Gaetano di Nocera, 52 anni. Viene ucciso la mattina dell'11 novembre 1989 . Uno scontro tra bande rivali della criminalità organizzata presso il bar “Sayonara” a Ponticelli si trasforma in una vera e propria strage. Quattro innocenti vengono colpiti e barbaramente uccisi: Gaetano De Cicco, Gaetano Di Nocera, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino. Solo nel 2013 ben 11 responsabili sono condannati all'ergastolo ed altri a pene di 16 e 14 anni. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Domenico Guarracino, 45 anni Viene ucciso l'11 novembre 1989. Uno scontro tra bande rivali della criminalità organizzata presso il bar “Sayonara” a Ponticelli si trasforma in una vera e propria strage. Quattro innocenti vengono colpiti e barbaramente uccisi: Domenico Guarracino, Gaetano Di Nocera, Salvatore Benaglia, Gaetano De Cicco. Solo nel 2013 ben 11 responsabili sono condannati all'ergastolo ed altri a pene di 16 e 14 anni. Nel 2016, dopo 27 anni, è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione per la Strage di Ponticelli: fine pena mai per gli 11 imputati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Jerry Essan Masslo, 29 anni. Scappato dal Sud Africa dell'Apartheid lavora come bracciante a Villa Literno. Qui viene ucciso la sera del 24 agosto del 1989 da un gruppo di rapinatori che fanno irruzione nel capannone dove vive. Nel luglio del 1991 vengono condannati in via definitiva dalla Corte d’Assise di Appello a rispettivamente 18 14 e 13 anni di reclusione. Il quarto appartenente alla banda, all'epoca dei fatti ancora minorenne, viene condannato a 12 anni dal Tribunale dei Minori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Miele, 28 anni. Il 6 novembre del 1989, nel piccolo paesino di Grumo Nevano, Pasquale viene ucciso per essersi opposto al racket. Imprenditore, insieme al padre Tammaro e ad altri due fratelli, conduce un piccolo laboratorio di abbigliamento. Pasquale si trova nella sua casa, insieme alla sua famiglia, quando viene colpito dai proiettili esplosi all'impazzata dai killer, mentre si sporge dalla finestra di casa. I proiettili lo colpiscono in pieno petto. Il mandante dell'omicidio non è mai stato assicurato alla giustizia. L'esecutore materiale è stato arrestato e condannato a pochi anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Carmela Pannone, 5 anni. Muore in un agguato camorristico ad Agropoli il 24 agosto 1989. Si trova in auto con altri 3 bambini e lo zio, pregiudicato legato alla camorra cutoliana, da poco scarcerato, quando un commando di 4 persone si avvicina all'auto e comincia a fare fuoco all'impazzata. I proiettili colpiscono lo zio uccidendolo sul colpo e due dei quattro bambini seduti sui sedili posteriori. Carmela, la figlia del fratello del pregiudicato, muore dopo essere stata portata in ospedale per le ferite riportate; il cugino Luigi , di 6 anni, viene ricoverato in prognosi riservata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Andrea Esposito, 12 anni. La mattina del 15 settembre 1990 viene ucciso durante un agguato di camorra nel bar presente all’interno del mercato ortofrutticolo di Casoria, dove faceva il garzone. Pochi giorni dopo gli inquirenti arrestano tre persone ma vengono rilasciate dal GIP per mancanza di prove. Il responsabile sarebbe dovuto comparire il 19 marzo 1993 dinanzi alla Corte d' Assise ma il suo corpo fu ritrovato sotto un ponte di Afragola. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Feliciello, 60 anni. Il 5 maggio 1990, appena uscito dal circolo ricreativo "Rinascita" di Casalnuovo, viene raggiunto da diversi colpi d'arma da fuoco sparati da due killer che lo avevano scambiato per un camorrista. Nel 2015 il Ministero dell'interno riconosce Pasquale Feliciello vittima innocente di criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Paolo Longobardi, 8 anni. Viene ucciso insieme al padre, Antonio Longobardi, il 14 settembre del 1990 a Casola di Napoli. Colpiti per un regolamento di conti, in un periodo in cui vi è una guerra tra i clan della zona. Il killer uccide padre e figlio mentre si trovano a casa l’uno accanto all'altro. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Nugnes, 60 anni. Vicesindaco di Mondragone viene barbaramente assassinato l'11 luglio 1990. Nugnes è attirato in un tranello mortale. La vittima viene accompagnata da un uomo di sua conoscenza in una masseria nella zona di Falciano. Ad aspettarlo un boss di camorra della zona e il sicario da questi ingaggiato. La camorra ha intenzione di infiltrarsi nella gestione di una clinica appartenente al vicesindaco, ma Nugnes non è disposto a cedere e per questo motivo diventa un ostacolo da eliminare. Nel 2003 le rivelazioni di alcuni pentiti, fatte emergere dal pm Cantone, permettono di ricostruire i fatti. Nel 2005 Il pm Cantone chiede ed ottiene 7 ordinanze di custodia. Solo 4, però, vengono eseguite. Per le altre bisogna attendere le estradizioni: in 3 si trovano detenuti all' estero, Inghilterra, Olanda e Spagna. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Francesco Oliviero, 55 anni. Manovale e invalido civile, il 5 agosto 1990 è stato ucciso per errore, raggiunto alla nuca da un proiettile esploso nel corso di una sparatoria tra due clan avversi di Ercolano, mentre faceva due passi sotto casa. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Nunzio Pandolfi, 2 anni. È tra le braccia del padre, autista dell’allora boss di Forcella, quando viene ucciso. È il 18 maggio 1990 nel Rione Sanità di Napoli. Due killer fanno irruzione nella loro abitazione ed esplodono una raffica di colpi di arma da fuoco. L’obiettivo dei sicari è il padre di Nunzio, che pure resta ucciso. Il 9 giugno 2009 l'ultima sentenza per la V Corte di Assise di Napoli condanna all'ergastolo l’organizzatore e il mandante dell'omicidio del piccolo Nunzio. Per questo episodio sono stati già condannati all'ergastolo gli esecutori materiali del delitto. Alcuni pentiti, nel 2006 riferiscono di essere stati convocati da un boss della camorra a metà degli anni '90 per l'agguato. Nel novembre 2010 i due boss, l’organizzatore e il mandante, vengono assolti dalla III Corte di Assise d’Appello. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasqualino Porfidia, 8 anni. Scompare a 8 anni da Marcianise, in provincia di Caserta, la mattina del 7 maggio 1990. Dopo i primi sospetti sulla famiglia le indagini hanno esplorato diverse piste, tra cui anche quella della pedofilia. Ventiquattro anni dopo la terribile scomparsa del piccolo Pasqualino, nel 2014, la Procura della Repubblica di S.Maria C.V. ha deciso di riaprire il caso, seguito dal procuratore Corrado Lembo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Piccolo, 14 anni. Frequentava la terza media. Ultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali, Giuseppe, tornato da scuola, pranza alla svelta e si prepara per raggiungere i suoi amici nella piazza di Cercola. Nel frattempo una lite per viabilità si trasforma in una sparatoria tra camorristi. Giuseppe viene ferito gravemente il 29 marzo 1991, colpito da un proiettile vagante. Dopo alcuni giorni di ricovero, Giuseppe muore. I genitori decideranno di donare i suoi organi. La Corte di Assise di Napoli, Terza Sezione, condanna i due responsabili dell'omicidio a 18 anni di reclusione con sentenza del 2 febbraio 1993. La Corte di Assise di Appello di Napoli riduce la condanna a 16 anni e 6 mesi di reclusione. La sentenza diventa esecutiva il 18 giugno 1996. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Angelo Riccardo, 21 anni. Giovane muratore, viene ucciso a San Cipriano d'Aversa il 21 luglio 1991 mentre si reca ad una funzione religiosa con alcuni amici. Angelo è in auto quando un'altra vettura si affianca sparando ripetutamente. Il giovane viene colpito mortalmente in pieno viso, mentre gli amici restano feriti lievemente. Dalle indagini si appura che l'obiettivo dei sicari era un'altra auto con a bordo dei pregiudicati. Angelo e i suoi amici sono stati vittima di uno scambio di persona. Verrà condannato all'ergastolo un noto boss della camorra, esecutore materiale del delitto. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Nunziante Scibelli, 26 anni. Bracciante, viene colpito il 30 ottobre 1991, mentre con la moglie incinta al settimo mese, era in un'auto del tutto identica a quella che lo seguiva e nella quale vi erano due affiliati del clan Cava, vero obiettivo dell'agguato. Nunziante morirà in ospedale il giorno dopo, mentre la moglie miracolosamente ne uscirà illesa. Nel 2012 viene condannato a 16 anni di reclusione un pentito. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Alberto Varone, 49 anni. L'imprenditore Alberto Varone viene ucciso Il 24 luglio 1991 a Francolise, in provincia di Caserta, da un clan camorrista. Alberto era stato più volte minacciato affinché cedesse l'attività commerciale e pagasse una serie di tangenti. Alberto sta viaggiando, come suo solito, verso San Nicola la Strada quando, sulla via Appia, un commando armato di fucile a canne mozze esplode più colpi a distanza ravvicinata, uno dei quali lo centra in pieno volto. Nel 1998, la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere condanna i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio, assicurando alla giustizia gli attori del gesto efferato. La Corte di Cassazione, nel 2003, conferma le condanne dando, inoltre, risalto alla coraggiosa e ferma opposizione alle richieste della criminalità organizzata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Auriemma, 15 anni. Viene barbaramente ucciso il primo maggio del 1992 ad Acerra da due killer spietati perché malauguratamente si trova ospite presso una famiglia della zona, obiettivo di una vendetta trasversale della camorra. Il responsabile dell'omicidio verrà successivamente ucciso. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Paolo Coviello, 36 anni, Pensionato e, Pasquale Pagano, commerciante, vengono uccisi il 26 febbraio 1992 a Casapesenna per uno scambio di persona, nell’ambito di una faida di camorra. Nel 2015 le indagini dei carabinieri portano all'arresto dei responsabili. Decisive le testimonianze dei boss pentiti. Nel dicembre 2015 il Tribunale di Napoli condanna a 20 di carcere gli esponenti della fazione del clan che ha architettato l’agguato e all'ergastolo l’esecutore materiale. Nel mese di marzo del 2017 la quarta sezione della Corte d’Assise di Napoli ha condannato i 4 imputati, tutti pentiti, passando dai 20 anni in primo grado a condanne tra i 13 e I 14 anni. L’unico imputato non pentito che in primo grado era stato condannato all'ergastolo ha avuto 20 anni di carcere. Le condanne sono divenute definitive nel 2019. Ad oggi i responsabili dell'omicidio, divenuti collaboratori di giustizia, sono fuori dal carcere, sotto il regime di protezione spettante a collaboratori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Di Bona, 56 anni. Il 6 agosto 1992 quattro sicari uccidono a Villa Literno il contadino Antonio Di Bona che al momento dell'agguato si trova in un'officina meccanica per riparare il suo trattore. L'obiettivo dei sicari è il titolare del locale. All'origine del triplice omicidio vi sarebbe una ''vendetta'' nell'ambito dello scontro all'epoca in atto tra due clan camorristici. Antonio Di Bona e Nicola Palumbo, dipendente dell'officina, vengono barbaramente uccisi perché ritenuti scomodi testimoni. Antonio Di Bona è riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata dal Ministero dell'Interno. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Pasquale Pagano, 36 anni. Commerciante e Paolo Coviello, pensionato, vengono uccisi il 26 febbraio 1992 a Casapesenna per uno scambio di persona, nell'ambito di una faida di camorra. Nel 2015 le indagini dei carabinieri portano all'arresto dei responsabili. Decisive le testimonianze dei boss pentiti. Nel dicembre 2015 il Tribunale di Napoli condanna a 20 di carcere gli esponenti della fazione del clan che ha architettato l’agguato e all'ergastolo l’esecutore materiale. Nel mese di marzo del 2017 la quarta sezione della Corte d’Assise di Napoli ha condannato i 4 imputati, tutti pentiti, passando dai 20 anni in primo grado a condanne tra i 13 e I 14 anni. L’unico imputato non pentito che in primo grado era stato condannato all'ergastolo ha avuto 20 anni di carcere. Le condanne sono divenute definitive nel 2019. Ad oggi i responsabili dell'omicidio, divenuti collaboratori di giustizia, sono fuori dal carcere, sotto il regime di protezione spettante a collaboratori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Nicola Palumbo, 30 anni. Viene ucciso, a colpi di fucile, da tre sicari il 6 agosto del 1992 all’interno dell’officina meccanica dove lavora, a Villa Literno, in provincia di Caserta. Nell’agguato vengono uccisi anche il titolare dell’officina e Antonio di Bona, un cliente. Il titolare dell'officina è il vero obiettivo del clan. Antonio e Nicola vengono uccisi perché ritenuti scomodi testimoni. Nel maggio del 2007 la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, terza sezione, condanna all’ergastolo il responsabile dell’omicidio e a 13 anni il mandante. Nel febbraio del 2009 la sentenza diviene definitiva. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Claudio Pezzuto, 28 anni. Il 12 febbraio 1992 i carabinieri Claudio Pezzuto e Fortunato Arena vengono colpiti da due criminali mentre svolgono una normale operazione di controllo presso piazza Garibaldi a Pontecagnano. I due assassini affiliati alla A.C.R., acronimo che indicava l’Associazione Camorrista Riformata e cioè uno degli ultimi gruppi di fuoco nati dalle ceneri della Nuova Camorra Organizzata, sono stati condannati all'ergastolo. Ai carabinieri Arena e Pezzuto è stata riconosciuta la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vincenzo D'Anna, 60 anni. Costruttore edile, viene ucciso il 12 febbraio 1993 presso il cantiere Villa Lucia di Secondigliano, perché non si piega alle richieste estorsive del clan della zona. Ad oggi gli assassini di Vincenzo D'Anna non hanno ancora un volto. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Lucio D’Errico, 57 anni. Titolare della fabbrica Fatma, viene ferito a Napoli la sera del 31 agosto del 1993 perché si sottrae al tentativo di taglieggiamento da parte di un clan. Lucio non si piega al ricatto del suo estorsore e questi reagisce sparando. Il 18 settembre 1993, dopo 19 giorni di agonia, Lucio muore all'Ospedale Pellegrini di Napoli. L'assassino viene arrestato subito dopo l'omicidio. La Corte di Assise di Napoli condanna il responsabile a dieci anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Maurizio Estate, 23 anni. Viene ucciso il 17 maggio 1993 nel suo autolavaggio in Via Vetreria a Chiaia (Napoli), perché interviene in un tentativo di rapina, costringendo i malviventi a scappare. Il responsabile dell'omicidio è stato condannato a 21 anni di reclusione. Maurizio Estate è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Gennaro Falco, 67 anni. medico di famiglia di Parete (CE), viene ucciso il 29 ottobre 1993, mentre visitava l'ultima paziente. Tra i tanti pazienti che segue c'è anche la prima moglie di un capoclan della zona, malata terminale, che muore nel 1986. Gennaro viene ucciso, 7 anni dopo, dal figlio del capoclan della zona perché accusato di non aver assistito adeguatamente la madre, morta per un male incurabile e non per cure sbagliate. Il movente della sua uccisione è venuto fuori solo dopo tempo, grazie anche alle testimonianze di alcuni pentiti. Il suo assassino, figlio del noto capoclan, è stato condannato in via definitiva 12 anni dopo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Angela Maria Fiume, 36 anni. Napoletana di origine, muore la notte del 27 maggio 1993 a Firenze, a causa dell’esplosione di un’autobomba. La cosiddetta strage di via dei Georgofili, dove si trova l’Accademia di cui Angela è la custode. Nell’attentato muoiono anche i componenti della sua famiglia: Nadia Nencioni, 9 anni, la neonata Caterina Nencioni e Fabrizio Nencioni, 39 anni. Dopo un lungo iter processuale e grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia gli inquirenti individuano negli uomini dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” gli esecutori materiali della strage. Il 6 maggio del 2002 la Cassazione conferma i 15 ergastoli per gli imputati, tutti legati a “Cosa Nostra”. Nel 2017 viene confermato l’ergastolo anche per chi si ritiene abbia fornito l’esplosivo, un boss della mafia. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Iannotta, 49 anni. Giovane politico e professionista impegnato nella provincia di Caserta, viene assassinato il 19 aprile 1993 con numerosi colpi di arma da fuoco esplosi da ignoti. Luigi viene colpito in un attentato dimostrativo perché si era opposto alle richieste estorsive dei clan della zona. Ad oggi non è stato ancora individuato l’esecutore materiale dell’omicidio. Nel 2014 Iannotta viene riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata dal Ministero dell'Interno. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Carlo La Catena, 25 anni. Il 27 luglio 1993 il giovane vigile del fuoco Carlo La Catena perde la vita in un attentato mafioso in via Palestro a Milano insieme a due compagni di lavoro, a un vigile urbano e a un commerciante marocchino, mentre 12 persone restano ferite. Nel 2002, in base alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, la Procura di Firenze dispone l'arresto di coloro che compirono materialmente la strage. Nel 2003 la Corte d'Assise di Milano condanna i due fratelli imputati all'ergastolo e tale condanna viene confermata nei due successivi gradi di giudizio. Sulla base delle dichiarazioni di un pentito, nel 2012 la Procura di Firenze dispone l’arresto di un pescatore che aveva fornito l'esplosivo utilizzato in tutti gli attentati del 1992-1993, compresa la strage di via Palestro. Nel 2013 il pescatore viene condannato all'ergastolo con rito abbreviato. La Catena è insignito della Medaglia d'oro al valore civile "alla memoria" il 22 novembre 1993. L'11 aprile 2011 gli viene concessa l'onorificenza di "vittima del terrorismo" . ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Vincenzo Vitale, 54 anni. Viene colpito in un agguato il 6 dicembre 1993. A seguito delle ferite riportate, il commerciante morirà quattro giorni dopo in ospedale. Uomo onesto e coraggioso, Vincenzo non si piega alla minaccia che gli impone di astenersi da un’asta pubblica, indetta dal comune di Pimonte, per l’assegnazione di un lotto di terra. Successivamente si scoprirà che l’appezzamento era occupato da persone legate alla camorra. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Palma Scamardella, 35 anni. Palma è assassinata il 12 dicembre 1994 per errore in un agguato di camorra a Pianura, quartiere periferico di Napoli. Palma quel pomeriggio di dicembre è sulle scale esterne della sua abitazione, adiacente a quella di un camorrista, quando i killer sparano contro la sagoma che si intravede attraverso il fogliame. Purtroppo non è stato possibile individuare e assicurare alla giustizia gli esecutori materiali e i mandanti dell’omicidio di Palma. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Gioacchino Costanzo, 18 mesi. Muore il 15 novembre 1995 a Pollena Trocchia. Viene ucciso accidentalmente in un agguato di camorra. I colpi avrebbero dovuto raggiungere il compagno di sua nonna che lo teneva in braccio. Nel 2002 la Corte d'Assise di Napoli condanna i due killer di Gioacchino all’ergastolo e a 22 anni uno dei componenti del commando. Tuttavia, nell'aprile 2005 la prima sezione della Cassazione annulla i due ergastoli e dispone l'apertura di un nuovo dibattimento. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Rino Pio Golino, 34. Maresciallo dei carabinieri originario di Marcianise muore il 4 febbraio 1995 in seguito ad un incidente stradale mentre presta servizio insieme ad altri due colleghi a Roma. Poche ore prima dell’incidente aveva concluso un’indagine sul traffico di dollari falsi che ha portato all'arresto di alcuni esponenti della banda della Magliana. Alla vedova del maresciallo viene consegnata nel 2005 l'onorificenza di "Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana". Il presidente americano George Bush junior assegna un diploma alla sua memoria per l'importante servizio reso agli Stati Uniti. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Genovese Pagliuca, 24 anni. Il 19 gennaio 1995 viene ucciso a colpi di pistola da esponenti del clan dei casalesi perché si ribella alle violenze subite dalla fidanzata Carla, a Teverola in provincia di Caserta. Grazie alla confessione della ragazza vengono arrestati i fratelli responsabili dell’omicidio e un complice. Le sentenze di condanna, tra cui quella in Appello divenuta definitiva nel 2009, hanno accertato che ad agire fu un commando formato da esponenti di primo piano dei casalesi. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Angelo Prisco, 28 anni. Il 19 gennaio 1995 in una radura all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Il militare viene ritrovato in una località impervia, colpito a morte da una rosa di pallini esplosi da breve distanza. Per molto tempo si è pensato che l'assassinio di Angelo fosse stato opera di due bracconieri, cacciatori di frodo magari scoperti dal finanziere durante una delle sue passeggiate in montagna. Tuttavia i due bracconieri fermati sono stati, dopo molti gradi di giudizio, prosciolti. Ad oggi non esiste ancora una verità giudiziaria sulla morte di Angelo. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vittorio Rega, 29 anni. Ucciso il 30 luglio del 1996 per uno scambio di persona a Maddaloni. Guidava una macchina identica a quella in uso al vero obiettivo del raid omicidiario, un esponente di un clan della zona. Nel 2018, a distanza di 22 anni, la Questura di Caserta, attraverso la polizia, ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa del Gip di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, all'indirizzo di due noti esponenti di un clan di Marcianise: entrambi già detenuti, sono stati accusati di omicidio in concorso. Nel 2019 vengono confermate in appello le condanne a 30 e 20 anni di detenzione, comminate in primo grado, ai due esponenti del clan responsabili dell'omicidio. Condannato in primo grado a 20 anni anche il boss che si è dichiarato mandante dell'omicidio di Rega. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Augusto Moschetti, 38 anni. Guardia giurata in servizio presso via Tribunali, il 14 gennaio 1997 viene avvicinato da alcuni malviventi che gli intimano di consegnargli la pistola d'ordinanza. Al rifiuto di Moschetti, i malviventi uccidono l'uomo. Condannati i responsabili dell'omicidio, appartenenti al clan di Forcella. Il giudice afferma la penale responsabilità di uno degli esecutori materiali dell'omicidio e decide per questi la pena dell'ergastolo (l'altro al tempo del processo risulterà deceduto). Questa condanna verrà poi ridotta in appello ad anni ventisette di reclusione. La Sentenza diviene definitiva il 7 luglio 2007. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Silvia Ruotolo, 39 anni. Viene uccisa l'11 giugno 1997 da proiettili vaganti mentre sta rientrando a casa in salita Arenella a Napoli con il figlio di soli 5 anni. Al balcone l'altra figlia di 10 anni. Il vero obiettivo dei sicari è un affiliato al clan della zona. La giovane madre si trova nel mezzo di un conflitto a fuoco tra bande rivali. I responsabili del delitto sono stati condannati all'ergastolo. Nel 2011 i familiari di Silvia istituiscono una Fondazione dedicata alla sua memoria, “Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce”. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Ciro Zirpoli, 16 anni, Muore il 26 gennaio 1997 colpito al petto da diversi colpi da arma da fuoco per mano di due killer nella città di Ercolano. Figlio e nipote di due pentiti di camorra le cui dichiarazioni permettono alla Procura della Repubblica di Napoli di avviare importanti indagini. Con l'assassinio di Ciro la camorra dichiara guerra ai pentiti. A pochi giorni dall'accaduto la sua tomba viene profanata. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Rosario Flaminio, 24 anni. Il 20 luglio 1998, insieme a due amici e colleghi del pastificio Russo, Salvatore de Falco, 21 anni e Alberto Vallefuoco, 24 anni, viene assassinato davanti al bar Manila di Pomigliano D'Arco, durante l’ora di spacco. I giovani stanno per entrare in macchina quando tre sicari a bordo di una “Lancia Y”, con in pugno revolver e kalashnikov ed il volto coperto da cappucci, sparano circa quaranta colpi uccidendo all'istante i tre colleghi e ferendo di striscio la cassiera. I tre ragazzi sono stati scambiati per appartenenti ad un clan locale in lotta con un'altra banda di camorra per il controllo del territorio. I responsabili del triplice omicidio sono stati processati e condannati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Alberto Vallefuoco, 24 anni. Il 20 luglio 1998, insieme a due amici e colleghi del pastificio Russo, Rosario Flaminio, 24 anni, e Salvatore De Falco, 21 anni, viene assassinato davanti al bar Manila di Pomigliano D'Arco, durante l’ora di spacco. I giovani stanno per entrare in macchina quando tre sicari a bordo di una “Lancia Y”, con in pugno revolver e kalashnikov ed il volto coperto da cappucci, sparano circa quaranta colpi uccidendo all'istante i tre colleghi e ferendo di striscio la cassiera. I tre ragazzi sono stati scambiati per appartenenti ad un clan locale in lotta con un'altra banda di camorra per il controllo del territorio. I responsabili del triplice omicidio sono stati processati e condannati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Ennio Petrosino, 33 anni. La sera del 25 agosto 1999, al rientro dalle vacanze trascorse in Croazia, viene travolto ed ucciso da una macchina utilizzata per il contrabbando delle sigarette, insieme a Rosa Zaza, 31 anni. A fari spenti, il mezzo inverte il senso di marcia attraversando uno dei tanti varchi aperti sulla A16. Ennio e Rosa sono vittime dell'organizzazione criminale e della cattiva gestione della rete stradale. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Rosa Zaza, 31 anni. La sera del 25 agosto 1999, al rientro dalle vacanze trascorse in Croazia, viene travolta ed uccisa da una macchina utilizzata per il contrabbando delle sigarette, insieme ad Ennio Petrosino, 33 anni. A fari spenti, il mezzo inverte il senso di marcia attraversando uno dei tanti varchi aperti sulla A16. Ennio e Rosa sono vittime dell'organizzazione criminale e della cattiva gestione della rete stradale. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Felice De Martino, 26 anni. Viene colpito mortalmente da un proiettile vagante il 6 gennaio del 2000 a Ponticelli. Vittima innocente di un agguato di camorra. I colpi che lo uccidono erano destinati ad un boss della zona. Felice è un bar a consumare un cappuccino e nel tentativo di evitare i proiettili destinati al boss e di proteggere un amico resta ferito mortalmente. Il 22 gennaio del 2002 il Gip Caputo emette il decreto di archiviazione. Ancora oggi la morte di Felice non ha un colpevole. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Dimitri, 33 anni. Maresciallo originario di Castellammare di Stabia, muore il 14 luglio del 2000 mentre tenta di sventare una rapina in un paesino vicino Brindisi, Francavilla Fontana. I presunti colpevoli vengono incastrati grazie a delle intercettazioni. Nel 2011, in primo grado, i sette imputati vengono assolti. Nel 2013, la Corte d’Assise di Appello di Lecce, conferma la sentenza di primo grado. Il 23 ottobre 2000, il Presidente della Repubblica conferisce alla memoria di Antonio Dimitri la Medaglia d’oro al valor militare. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Falanga, 47 anni. Imprenditore edile, il 28 luglio 2000 è ammazzato a Torre del Greco per essersi opposto alle richieste estorsive del clan della zona. Falanga stava dirigendo i lavori di ristrutturazione di una palazzina all'interno di un parco nei pressi della litoranea, quando due killer gli hanno sparato, dinanzi agli altri operai e a quelli che abitavano lì. Un chiaro segnale da parte della camorra: una punizione esemplare da infliggere dinanzi a tanti. Condannati all'ergastolo i killer. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Giulio Giaccio, 26 anni. Viene rapito nel quartiere di Pianura, periferia di Napoli, intorno alle 22:30 del 30 luglio 2000. Secondo la testimonianza di un amico che era presente al momento del rapimento, Giulio sarebbe stato avvicinato da alcuni uomini in auto presentatisi come agenti di polizia. I falsi poliziotti caricano con la forza Giulio nell'auto e gli intimano di seguirli in Questura. Quando il giovane muratore viene rapito, a Pianura si combatteva una sanguinosa guerra tra cosche per il controllo di appalti legati al risanamento del quartiere. Tragiche conseguenze di quella faida furono anche le morti di Paolo Castaldi e Gigi Sequino. Nel 2015 si riapre il caso che portò alla scomparsa del giovane grazie ad un collaboratore di giustizia che sostiene ci sia stato uno scambio die persona. Il 21 dicembre 2022, due imputati già detenuti per reati di camorra, sono destinatari della misura cautelare notificata su richiesta della Dda di Napoli. Sono indicati come responsabili materiali dell’omicidio. I responsabili hanno offerto un risarcimento ai familiari che hanno rifiutato. Il processo è in corso presso la corte di Assise di Napoli. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Raffaele Iorio, 63 anni. Autista in pensione, il 14 settembre 2000 subisce il furto della Jaguar, che un amico imprenditore gli aveva affidato, in via Gianturco a Napoli. Raffaele reagisce al furto, nel tentativo di difendere qualcosa che neanche gli appartiene, e viene ucciso. Il principale responsabile è stato condannato a vent'anni di reclusione con l'accusa di omicidio volontario nel processo di primo grado che ha visto condannati anche altri due imputati. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Luigi Sequino, 20 anni. Insieme a Paolo Castaldi, 21 anni, viene ucciso per errore il 10 agosto 2000 a Pianura, quartiere periferico di Napoli. Entrambi vengono scambiati per membri della cosca avversa a quella dei killer. Quella sera i due ragazzi, fermi in macchina dinanzi all'abitazione di un boss della zona, stavano progettando le vacanze estive. La lunga sosta insospettisce alcuni membri della cosca avversa che, infilata una canna di fucile nell'auto dei ragazzi, aprono il fuoco. In quel periodo è in atto a Pianura una sanguinosa faida di camorra. Arrestati e processati gli esecutori materiali e i responsabili del duplice omicidio. Arrestati e processati gli esecutori materiali e i responsabili del duplice omicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Valentina Terracciano, 2 anni. Valentina viene uccisa in una vendetta trasversale a Pollena Trocchia mentre si trova nel negozio dello zio con i genitori. La bambina viene colpita alla testa da diverse pallottole e muore dopo un giorno di agonia in ospedale, il 12 novembre del duemila. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Petito, 20 anni. L’8 febbraio del 2002 viene ammazzato a Casal di Principe per vendetta diretta. Antonio aveva litigato per motivi di viabilità con il figlio di un camorrista. Dopo oltre dieci anni e dopo l’archiviazione dell’indagine, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno chiarito il movente dell'omicidio anche grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Nel 2013 il Gip del tribunale di Napoli commina le seguenti pene: una condanna a 16 anni per quattro degli imputati e una condanna all'ergastolo per il boss casertano. una condanna di 2 anni e otto mesi per un altro componente del raid. In appello, nel 2014, tutte le pene vengono ridotte, anche l'ergastolo viene ridotto ad una pena detentiva di 14 anni e 4 mesi. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Rovescio, 24 anni. Il 29 settembre del 2003, Giuseppe viene ucciso per scambio di persona. Siamo nel mezzo di una faida tra clan della zona casertana. Nell'agguato rimane ferito anche il fratello di Giuseppe, Simeone. Giuseppe viene scambiato dai sicari per un rivale a causa dei suoi capelli lunghi. Il giovane operaio faceva parte del comitato organizzatore del Carnevale liternese. Nel 2008 saranno arrestati i responsabili della sparatoria. Nel 2012 i responsabili dell'agguato, individuati come esecutori materiali del delitto, saranno condannati all'ergastolo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Claudio Taglialatela, 22 anni. Studente universitario di Portici, viene ucciso il 9 dicembre 2003, durante una rapina in via Seggio del Popolo a Napoli, nei pressi della centralissima via Duomo. Claudio quella sera era in auto e attendeva che un suo amico uscisse dal portone di casa. Mentre aspetta, con il cellulare avverte l’amico che avrebbe fatto il giro dell’isolato. Proprio la scelta di muoversi induce i rapinatori, che lo tenevano d'occhio, a sparare. Claudio verrà ritrovato accasciato esamine sul sediolino. Il presunto killer viene fermato pochi giorni dopo il delitto. L’uomo si suiciderà in carcere nel gennaio del 2005. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Antonio Vairo, 68 anni. Il 23 gennaio del 2003, viene ucciso mentre si trova in Calata Capodichino per acquistare alcune bibite. Mentre si intrattiene dinanzi all'associazione cattolica a cui è iscritto, è colpito alle spalle, per scambio di persona. Le attività investigative andate avanti per 18 mesi non consentirono di acquisire elementi utili per la prosecuzione delle indagini. il P.M. formula richiesta di archiviazione accolta poi dal gip. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Francesco Estatico, 19 anni. Appena maggiorenne, Francesco viene ucciso il 15 febbraio del 2004 durante una rissa a Mergellina: è uno sguardo alla propria ragazza a far scattare la violenza e furia omicida di un altro giovane. I medici del Fatebenefratelli non sono riusciti a evitare il peggio nonostante il tentativo disperato in sala operatoria. Il suo assassino, minorenne, viene condannato a 16 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonio Landieri, 25 anni. Ragazzo diversamente abile, muore in seguito ad una sparatoria tra camorristi in via Labriola, a Scampia, il 6 novembre del 2004, mentre insieme ad alcuni suoi amici sta giocando una partita di calcio balill., non riuscirà a mettersi in salvo. Un momento di svago viene rotto improvvisamente da decine di colpi d’arma da fuoco. Antonio cerca di scappare e di ripararsi nell'androne di un palazzo, ma la sua disabilità non gli permette di correre velocemente. I proiettili riescono a raggiungerlo, il ragazzo muore sul colpo. Sul posto vengono ritrovati in tutto 16 bossoli. Nel 2015 Antonio Landieri è riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata dal Ministero dell'Interno. Dopo 13 anni i racconti concordanti di 8 pentiti e la laboriosa pazienza investigativa di un pm antimafia in gamba, Maurizio De Marco, hanno permesso di chiedere e ottenere le misure cautelari dei presunti assassini. Nel 2018, 6 degli imputati vengono condannati all'ergastolo e gli altri due a poco meno di 17 anni di reclusione. In corso nel 2020 il secondo grado di giudizio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Dario Scherillo, 26 anni. Viene ucciso la sera del 6 dicembre 2004 a Casavatore mentre è in sella alla sua moto, una Honda. I sicari della camorra fanno fuoco contro il ragazzo scambiandolo per il vero obiettivo dell’agguato. Ad oggi non si conoscono ancora i nomi degli assassini di Dario. Quella sera si spezzano i sogni e la vita del giovane e della sua famiglia. In quel periodo a Secondigliano quartiere periferico di Napoli, vicinissimo al comune di Casavatore, era in atto una sanguinosa faida tra clan che costò la vita ad altri innocenti. I responsabili dell'omicidio di Dario non sono stati ancora individuati e processati. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Matilde Sorrentino, 49 anni. Viene uccisa la sera del 26 marzo 2004 con numerosi colpi di pistola al volto e al petto, sparati da un uomo a cui aveva aperto la porta di casa a Torre Annunziata. Vi è un collegamento tra la morte di Matilde e le denunce che la donna aveva fatto nel 1997 nei confronti di alcune persone accusate di abusi sessuali ai danni di minori tra cui suo figlio. Le sue denunce infatti avevano portato all'arresto e poi alla condanna al carcere per diciannove dei ventuno accusati di pedofilia. Condannato in via definitiva all'ergastolo nel 2004 l'esecutore materiale dell'omicidio, da intendersi chiaramente come vendetta per la decisiva testimonianza offerta nel denunciare la banda di pedofili. Dopo 14 anni, l’uomo ritenuto il mandante dell’assassinio è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, emessa dal gip su richiesta della Procura. Nel 2020 si aggiunge un nuovo pentito, alla già numerosa pletora esistente, che inchioda il mandante e il co-esecutore dell'omicidio. Il processo è in svolgimento presso la Corte d'Assise di Napoli. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Gelsomina Verde, 22 anni. Il 21 novembre del 2004 viene torturata e uccisa barbaramente dai sicari della camorra per una vendetta trasversale. Gelsomina è del tutto estranea alle logiche della camorra. E' una giovane operaia, che dedica parte del suo tempo alle attività di volontariato. Condannato all'ergastolo uno dei più efferati killer del clan di Scampia, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, mentre il mandante, inizialmente condannato a 35 anni di reclusione, è successivamente prosciolto da tutte le accuse. Nel 2023, grazie alle rivelazioni di alcuni pentiti, le indagini si riaprono. Altri due uomini imputati di aver partecipato all'omicidio della giovane donna. Il 22 maggio del 2024 inizia il processo innanzi al Gup del Tribunale di Napoli. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Vincenza Visone, 17 anni. Vincenza è caduta vittima di un agguato il 15 maggio 2004, mentre era in macchina con sua madre a Sant’Antimo, a nord di Napoli. L’assalitore ha esploso vari colpi di pistola all’indirizzo di entrambe; nonostante il trasferimento in ospedale, Vincenza non è riuscita a sopravvivere alle ferite. Secondo gli inquirenti, il killer sarebbe il suo ex fidanzato. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Attilio Romanò, 29 anni. Viene ucciso il 24 gennaio 2005 in un negozio di telefonia a Capodimonte. Il vero obiettivo dell'agguato è il co-gestore del negozio, nipote del boss legato agli scissionisti. Attilio abitava a Miano, quartiere limitrofo a quelli di Secondigliano e Scampia, dove era in corso una sanguinosa faida tra clan che da alcuni mesi mieteva vittime innocenti. Solo dopo sette anni viene riaperto il caso, inizialmente archiviato. La Terza Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo uno degli esecutori materiali del delitto e un boss latitante, figlio del capoclan degli scissionisti, ritenuto il mandante. Annullata nel 2015 la sentenza di appello presso la Suprema Corte di Cassazione per il boss latitante, il processo di secondo grado dovrà essere nuovamente celebrato. Nel 2019 viene condannato all’ergastolo nel secondo nuovo grado di giudizio, un esponente di un clan sanguinario del Napoletano, riconosciuto mandante dell’omicidio di Attilio Romanò. La Cassazione nel 2020 rinvia nuovamente la decisione in appello. Nel mese di gennaio 2022, la quarta sezione della Corte di Assise di Appello assolve questo esponente del clan dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio del giovane Attilio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Salvatore Buglione, 51 anni. Viene ucciso la sera del 4 settembre 2006 nell'edicola di sua proprietà. Salvatore era un dipendente comunale e ogni sera, al termine della giornata di lavoro, raggiunge la moglie presso l'edicola che insieme gestiscono in via Pietro Castellino. Salvatore si oppone ai tre rapinatori, gridando loro di andar via, ma proprio questo suo coraggio gli costa la vita. Processati e condannati i responsabili dell'omicidio. Una condanna all'ergastolo per un responsabile dell'omicidio, secondo quanto stabilito dal G.U.P nel 2008, confermata in appello. Per gli altri due responsabili una condanna a 23 anni di reclusione, ridefinita in anni 18 dalla seconda sezione della Corte di Assise di Appello il 4 novembre 2009, e una condanna a 10 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Daniele Del Core, 18 anni. Ucciso a Pozzuoli il 28 ottobre 2006, nel corso di una lite in cui interviene per difendere l'amico Loris Di Roberto, poi deceduto in ospedale qualche giorno dopo. Quella sera Daniele e Loris si trovano all'interno di un centro abbronzante quando fa il suo ingresso il fidanzato della ragazza che tempo prima aveva frequentato Loris, con l'intento di uccidere il ragazzo. Daniele si precipita in soccorso dell'amico e rimane ferito mortalmente da alcune pugnalate. Processato e condannato il responsabile dell'omicidio dei due giovani. Con sentenza del 2007 il Tribunale per i Minorenni di Napoli condanna il responsabile dell'omicidio a 20 anni di reclusione, pena che verrà ridotta a 16 anni dalla Corte d'Appello di Napoli, sezione Minorenni. La Corte di Cassazione con sentenza del 2009, rigettando i ricorsi prodotti da entrambe le parti, confermerà la decisione d'appello a 16 anni di reclusione nei confronti del responsabile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Loris di Roberto, 18 anni. Loris rimane gravemente ferito in seguito ad una lite, muore dopo 8 giorni di agonia il 5 novembre del 2006. Quella sera Loris è con il suo amico Daniele all'interno di un centro abbronzante, quando arriva il fidanzato della ragazza che Loris tempo prima aveva frequentato, con l'intento di uccidere il ragazzo. Daniele si precipita in soccorso dell'amico e rimane ferito mortalmente da alcune pugnalate. Processato e condannato il responsabile dell'omicidio dei due giovani. Con sentenza del 2007 il Tribunale per i Minorenni di Napoli condanna il responsabile dell'omicidio a 20 anni di reclusione, pena ridotta a 16 anni dalla Corte d'Appello di Napoli, sezione Minorenni. La Corte di Cassazione con sentenza del 2009, rigettando i ricorsi prodotti da entrambe le parti, conferma la decisione d'appello a 16 anni di reclusione nei confronti del responsabile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Michele Landa, 62 anni. Il 6 settembre 2006 Michele viene ucciso davanti al ripetitore della Vodafone di Mondragone, che aveva il compito di sorvegliare. Mancavano solo un paio di mesi e Michele sarebbe andato in pensione dopo una vita di lavoro, di cui gli ultimi 24 passati come metronotte. In quel periodo i clan della camorra avevano scoperto il redditizio furto delle apparecchiature telefoniche. A distanza di anni i responsabili dell'omicidio non hanno ancora un volto e un nome. Le indagini saranno archiviate perché ignoti gli autori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Antonella Russo, 22 anni. Viene uccisa a Solofra, provincia di Avellino, la mattina del 20 febbraio 2007 con 4 colpi di pistola mentre si trova nella sua auto. Il responsabile nel 2010 viene condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Sica, 16 anni. Il 16 gennaio 2007 in via Santa Teresa degli Scalzi, nel quartiere Sanità a Napoli, Luigi viene ucciso a coltellate da un suo coetaneo che si vendica così di un'offesa subita, aiutato da un giovane complice. Poche battute tra due gruppetti di amici con la passione per il calcio trasformano la baruffa in tragedia. Luigi viene colpito da tre coltellate mortali. Processati e condannati i responsabili dell'omicidio. Per chi ha inferto il colpo mortale il tribunale per i Minorenni di Napoli nel 2007 stabilisce una pena di 15 anni di reclusione, pena ridotta a 14 anni dalla Corte di Appello, sezione Minori nel 2008. Il complice sarà condannato a 10 anni di carcere, pena ridotta a nove anni e 6 mesi di reclusione dalla Corte di Appello. Attualmente, scontata la pena, entrambi gli assassini di Luigi sono liberi. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Giuseppe Veropalumbo, 30 anni. Il 31 dicembre 2007 Giuseppe, giovane carrozziere di trent’anni, viene colpito in casa da un proiettile vagante mentre sta festeggiando l'ultimo giorno dell'anno con la sua giovane moglie e con sua figlia di poco più di un anno. Nel 2013 le indagini sull’omicidio di Giuseppe sono archiviate. Il procuratore occupatosi del caso lo definisce un omicidio di camorra. Nel 2014 arriva una svolta nelle indagini grazie a due collaboratori di giustizia. La soffiata permette di identificare il nome di un responsabile che resta indagato a piede libero, non avendo gli inquirenti ritrovato riscontri. Nel gennaio del 2020 viene ordinato dal Gip un supplemento delle indagini di sei mesi rigettando la richiesta di archiviazione della procura dei Minorenni di Napoli. Nell’ottobre del 2020 la Procura chiede nuovamente l’archiviazione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Ibrahim Alhaji, 26 anni Ibrahim Alhaji, immigrato 26enne, viene ucciso il 18 settembre 2008, insieme ad altri 6, in un raid compiuto da camorristi, comandati da Giuseppe Setola, con finalità terroristiche ed intimidatorie. I responsabili verranno condannati all'ergastolo in quanto verranno riconosciute, quali aggravanti, la finalità terroristica e l'odio razziale. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Antonio Ciardullo, 51 anni. Ernesto Fabozzi ed Antonio Ciardullo vengono uccisi per una vendetta a San Marcellino il 12 settembre 2008 con 20 colpi di pistola mentre si trovano in officina a lavorare. Ernesto era un dipendente di Antonio Ciardullo, che dieci anni prima dell’agguato mortale ha fatto arrestare per racket un esponente di un clan della zona. Nell’aprile del 2013 due imputati vengono condannati all'ergastolo. Tredici anni sono inflitti al mandante della spedizione di morte. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Raffaele Granata, 70 anni. Titolare dello stabilimento balneare ''La Fiorente'' a Varcaturo, viene ucciso l'11 luglio 2008 per non aver pagato il pizzo. L'omicidio è anche un segnale chiaro di intimidazione del clan dei casalesi agli imprenditori della zona. Nel 2013 si conclude con sette condanne, di cui quattro all’ergastolo, il processo per l’omicidio di Raffaele Granata. Nel mese di giugno 2014 la Corte di Assise del tribunale di S.Maria Capua Vetere conferma la condanna all'ergastolo per il capo della fazione stragista del clan dei casalesi. Confermate anche le altre condanne all'ergastolo e e aumentata da 5 a 18 anni la condanna all'autista del boss. Nel 2015 la Corte di Cassazione stabilisce che deve essere nuovamente celebrato il processo di secondo grado a carico dell'autista del commando. Nel 2019 la Corte di Assise di Appello di Napoli ha condannato a 18 anni e 8 mesi l’autista del commando. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Yakubu Karim , 28 anni Karim Yakubu, immigrato 28enne, viene ucciso il 18 settembre 2008, insieme ad altri 6, in un raid compiuto da camorristi, comandati dal boss del clan dei casalesi, con finalità terroristiche ed intimidatorie. La strage di Castelvolturno si inserisce all'interno di un contesto ben preciso, quello del traffico di stupefacenti e della spartizione dei fondi per la riqualificazione del litorale Domitio in meta turistica. Queste motivazioni spingono i killer della Camorra ad organizzare un sanguinoso attentato, un gesto intimidatorio di stampo terroristico. Nulla importava se le vittime fossero completamente estranee all'ambiente del narcotraffico e della delinquenza in genere. I sei ragazzi africani, vittime della strage, Kwadwo Owusu Wiafe, Ibeahim Alhaji, Karim Yakubu, Kuame Antiwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, Eric Affun Yeboah, avevano un'età compresa tra i venti e i trent'anni. Lavoravano come braccianti, muratori o erano impiegati presso quella stessa sartoria dove è avvenuta la strage. L'unico sopravvissuto all'enorme volume di fuoco è stato Joseph Aymbora che, rimasto ferito alle gambe, si è finto morto. La sua testimonianza è stata preziosa per l'individuazione del gruppo di fuoco. I responsabili verranno condannati all'ergastolo in quanto verranno riconosciute, quali aggravanti, la finalità terroristica e l'odio razziale. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Kuame Antwi Julius Francis, 31 anni Kuame Antwi Julius Francis, immigrato 31enne, viene ucciso il 18 settembre 2008, insieme ad altri 6, in un raid compiuto da camorristi, dal boss del clan dei casalesi, con finalità terroristiche ed intimidatorie. La strage di Castelvolturno si inserisce all'interno di un contesto ben preciso, quello del traffico di stupefacenti e della spartizione dei fondi per la riqualificazione del litorale Domitio in meta turistica. Queste motivazioni spingono i killer della Camorra ad organizzare un sanguinoso attentato, un gesto intimidatorio di stampo terroristico. Nulla importava se le vittime fossero completamente estranee all'ambiente del narcotraffico e della delinquenza in genere. I ragazzi africani, vittime della strage, Kwadwo Owusu Wiafe, Ibeahim Alhaji, Karim Yakubu, Kuame Antiwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, Eric Affun Yeboah., avevano un'età compresa tra i venti e i trent'anni. Lavoravano come braccianti, muratori o erano impiegati presso quella stessa sartoria dove è avvenuta la strage. L'unico sopravvissuto all'enorme volume di fuoco è stato Joseph Aymbora che, rimasto ferito alle gambe, si è finto morto. La sua testimonianza è stata preziosa per l'individuazione del gruppo di fuoco. I responsabili sono stati condannati all'ergastolo in quanto verranno riconosciute, quali aggravanti, la finalità terroristica e l'odio razziale. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Antonio Metafora, 70 anni. Avvocato civilista, la sera del 5 dicembre 2008 viene assassinato nel suo studio a Napoli. Un pregiudicato 24enne, appartenente ad un clan dell'Area Nord di Napoli, viene presto identificato come l'autore del delitto. L’assassinio è collegato alla notifica di una ingiunzione di sfratto di un garage nel quartiere Secondigliano, in danno della madre del pregiudicato la quale funge da copertura. Il killer, poco tempo prima, tenta di corrompere l'avvocato con una somma di denaro affinché convinca il proprio cliente ad affittare il locale ad una persona da lui indicata. Antonio rifiuta fermamente. Quella fatale sera il pregiudicato, in compagnia di una persona a oggi rimasta sconosciuta, si reca nello studio dell'avvocato e lo minaccia con una pistola. L'avvocato non si piega e l'uomo lo uccide con quattro colpi di pistola. Dopo una breve latitanza, l’assassino viene catturato nell'aprile 2009 e condannato a 24 anni in primo grado. In sede di Appello gli viene comminata la pena dell'ergastolo. Fondamentale la testimonianza del figlio della vittima, anch'egli avvocato. L'Ordine degli Avvocati di Napoli si costituisce parte civile. Nel corso del 2021 il responsabile dell’omicidio presenta istanza ai fini della revisione, disattesa dalla Corte di Appello di Roma, che ne ha dichiarato l'inammissibilità con pronuncia confermata anche dalla Cassazione. Rimane il mistero del complice di Altieri. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Domenico Noviello, 65 anni. Viene ucciso in un agguato camorristico il 16 maggio 2008 perché nel 2001 aveva osato sfidare un potente clan del Casertano, denunciando un tentativo di estorsione ai danni della sua autoscuola. Nel 2012 il G.U.P., in seguito alla richiesta di applicazione del rito abbreviato, condanna alla pena dell'ergastolo i quattro imputati partecipanti all'omicidio Noviello, condanna ridotta a trent'anni in secondo grado e confermata nel 2014 in Cassazione. Nel 2012, presso la 2° Sezione della Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere ha inizio il processo, con il rito immediato, contro gli altri sette imputati dell'omicidio di Mimmo Noviello. Nel 2014 la Corte d'Assise condanna all'ergastolo il boss dei casalesi e gli altri quattro imputati. Commina altresì pene che vanno dai trent'anni ai tredici anni. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel 2009 ha conferito la Medaglia d'oro alla memoria per il valore civile a Domenico Noviello. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Marco Pittoni, 32 anni. Il tenente dei carabinieri Marco Pittoni perde la vita a seguito delle gravi ferite riportate in uno scontro a fuoco il 6 giugno 2008 a Pagani. Pittoni interviene a difesa dei dipendenti dell'ufficio postale dall'assalto di due banditi. Nel 2011 la Corte di Cassazione conferma le condanne d'appello a 30, a 20 e a 17 anni per i responsabili. Nel 2009 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito alla memoria del tenente Marco Pittoni la Medaglia d'oro al valor militare. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Nicola Sarpa, 24 anni. Viene colpito mortalmente da un proiettile vagante il 31 dicembre 2008 a Napoli, nel tentativo di richiamare il fratello di 8 anni, che è in cortile a giocare, nel mentre si festeggia il Capodanno. In una casa poco distante la figlia del capoclan della zona esplode alcuni colpi di pistola in aria. Uno di questi colpi raggiunge il giovane. Dopo una condanna a dieci anni in primo grado e a quattordici in secondo, la donna è stata definitivamente condannata in Cassazione alla pena di dieci anni di detenzione. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Kwadu Owusu Wiafe, 26 anni Kwadu Owusu Wiafe, immigrato 26enne, viene ucciso il 18 settembre 2008, insieme ad altri 6, in un raid compiuto da camorristi, dal boss del clan dei casalesi, con finalità terroristiche ed intimidatorie. La strage di Castelvolturno si inserisce all'interno di un contesto ben preciso, quello del traffico di stupefacenti e della spartizione dei fondi per la riqualificazione del litorale Domitio in meta turistica. Queste motivazioni spingono i killer della Camorra ad organizzare un sanguinoso attentato, un gesto intimidatorio di stampo terroristico. Nulla importava se le vittime fossero completamente estranee all'ambiente del narcotraffico e della delinquenza in genere. I ragazzi africani, vittime della strage, Kwadwo Owusu Wiafe, Ibeahim Alhaji, Karim Yakubu, Kuame Antiwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, Eric Affun Yeboah, avevano un'età compresa tra i venti e i trent'anni. Lavoravano come braccianti, muratori o erano impiegati presso quella stessa sartoria dove è avvenuta la strage. L'unico sopravvissuto all'enorme volume di fuoco è stato Joseph Aymbora che, rimasto ferito alle gambe, si è finto morto. La sua testimonianza è stata preziosa per l'individuazione del gruppo di fuoco. I responsabili sono stati condannati all'ergastolo in quanto verranno riconosciute, quali aggravanti, la finalità terroristica e l'odio razziale. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Eric Affun Yeboah, immigrato 25enne, viene ucciso il 18 settembre 2008, insieme ad altri 6, in un raid compiuto da camorristi, dal boss del clan dei casalesi, con finalità terroristiche ed intimidatorie. La strage di Castelvolturno si inserisce all'interno di un contesto ben preciso, quello del traffico di stupefacenti e della spartizione dei fondi per la riqualificazione del litorale Domitio in meta turistica. Queste motivazioni spingono i killer della Camorra ad organizzare un sanguinoso attentato, un gesto intimidatorio di stampo terroristico. Nulla importava se le vittime fossero completamente estranee all'ambiente del narcotraffico e della delinquenza in genere. I ragazzi africani, vittime della strage, Kwadwo Owusu Wiafe, Ibeahim Alhaji, Karim Yakubu, Kuame Antiwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, Eric Affun Yeboah, avevano un'età compresa tra i venti e i trent'anni. Lavoravano come braccianti, muratori o erano impiegati presso quella stessa sartoria dove è avvenuta la strage. L'unico sopravvissuto all'enorme volume di fuoco è stato Joseph Aymbora che, rimasto ferito alle gambe, si è finto morto. La sua testimonianza è stata preziosa per l'individuazione del gruppo di fuoco. I responsabili verranno condannati all'ergastolo in quanto verranno riconosciute, quali aggravanti, la finalità terroristica e l'odio razziale. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Petru Birladeanu, 33 anni. Musicista di fisarmonica, di origine rumena, il 26 maggio 2009 viene ucciso in una sparatoria presso la stazione della Cumana di Montesanto, dove insieme alla moglie aveva appena finito di suonare come ambulante e si accingeva ad andare via. Otto persone in sella alle proprie moto sparano all'impazzata ferendo anche un 14enne poi ricoverato al Vecchio Pellegrini. Condannati a 30 anni di reclusione i responsabili dell'omicidio, con il riconoscimento dell'articolo 7 della legge antimafia del 1991 che prevede l'aggravante per aver agito per agevolare il clan di riferimento. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Felicia Castaniere, 49 anni. Il 9 gennaio 2009 viene pedinata all’uscita dell’ufficio postale di via Paolo Borsellino a Casandrino e poi aggredita in via Falcone da due rapinatori a bordo di una moto che provano a sottrarle circa 2mila euro, che aveva appena prelevato. Dopo poco la donna, disabile dalla nascita, è colpita da un infarto provocato probabilmente dal forte spavento e muore. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Umberto Concilio, 27 anni. Vigilante privato in servizio di controllo notturno presso negozi e istituti di credito nella zona del vecchio Tribunale di Napoli, viene ucciso la notte del 17 gennaio 2009 in un agguato, dopo aver concluso la sua attività di controllo. Otto colpi ammazzano sul colpo Concilio, altri sei feriscono gravemente il suo collega. Condannato a 16 anni il responsabile dell'omicidio, arrestato nel 2013 dalla polizia presso l'aeroporto di Fiumicino. Era latitante dal 2011. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Crocamo Anella, 36 anni. Viene brutalmente uccisa dal marito con 17 coltellate il 30 agosto del 2009 ad Angellara, in provincia di Salerno. La brutale aggressione avviene sotto gli occhi dei figli della coppia, adolescenti all'epoca dei fatti. L’uomo, che aveva già una serie di denunce per maltrattamenti, tenta il suicidio subito dopo. Il 7 giugno 2013 la Cassazione conferma la sentenza di primo e di secondo grado che condanna l’omicida a 20 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Fiorinda di Marino, 35 anni. Il 23 luglio 2009, Fiorinda viene uccisa a Napoli dal compagno. Nel novembre 2008 la donna aveva denunciato l'uomo per aver subito lesioni gravissime in seguito ad una aggressione fuori la scuola elementare di Marano, dove lei insegnava. L’assassino viene condannato in primo grado ad una pena di 16 anni più 3 anni di misura di sicurezza del ricovero presso una casa di cura e custodia da scontarsi al termine della misura detentiva, tuttavia nell'ottobre 2012 viene emanata sentenza di non perseguibilità dell'imputato per incapacità di intendere e volere. Il 20 giugno 2014 la Corte Suprema di Cassazione di Roma conferma la sentenza in cui si stabilisce la non perseguibilità dell'imputato per incapacità di intendere e volere. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Gaetano Montanino, 45 anni. Guardia giurata, viene ucciso il 4 agosto 2009 durante una sparatoria avvenuta in piazza Mercato a Napoli, mentre stava svolgendo, insieme al collega Fabio De Rosa, 25 anni, la sua ordinaria attività di controllo. Quattro delinquenti intimano loro la consegna delle armi. Gaetano viene trafitto da 7 colpi di pistola, Fabio De Rosa è raggiunto da sei proiettili che per fortuna non ledono parti vitali. Processati e condannati i responsabili dell'omicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Nicola Nappo, 23 anni. Viene ucciso il 9 luglio 2009 in un agguato a Poggiomarino, in provincia di Napoli, per scambio di persona come rivelato successivamente da un collaboratore di giustizia. Il processo con rito abbreviato per l'omicidio di Nicola Nappo si conclude nel 2014 con la condanna all'ergastolo dell'uomo imputato di aver messo a disposizione l'autovettura, e quindi di aver partecipato all'organizzazione logistica dell'agguato, con l'aggravante di aver commesso il fatto con premeditazione e avvalendosi delle modalità di cui all'art. 416 bis CP al fine di agevolare l'associazione camorristica. Anche la Corte di Assise d'Appello di Napoli a settembre 2015 conferma l'ergastolo. Nel dicembre 2016, la Corte Suprema di Cassazione si pronuncia con annullamento e rinvio. Annulla la sentenza impugnata e rinvia per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. Processo che a sua volta si conclude con la condanna a 20 anni dell'uomo. La Cassazione, nel luglio del 2020, si pronuncia nuovamente con annullamento e rinvio. Nel mese di ottobre del 2022 si avvia il nuovo processo dinanzi la Quarta Sezione della Corte d'Assise di Appello del Tribunale di Napoli che termina nel mese di novembre con l'assoluzione del responsabile. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giovanni Romano, 37 anni. Viene ucciso a bruciapelo il primo marzo del 2009 a Pago del Vallo di Lauro dal vicino di casa, 80enne. L'uomo, estremamente violento, era ossessionato dal confino esistente tra le due proprietà e aveva minacciato la famiglia Romano per diverso tempo, fino a compiere il gesto omicida. Le minacce erano state prontamente denunciate dai Romano. Nel mese di novembre del 2009, Il Tribunale di Avellino, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, condanna l’omicida a trenta anni di reclusione. Nel 2013 il Tribunale di Sorveglianza di Napoli dispone che l'espiazione della pena prosegua nella forma della detenzione domiciliare presso la casa di cura. Dopo alcuni anni, l'uomo muore. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giovanni Tagliaferri, 21 anni. Viene ucciso il 13 aprile 2009, in via Cristoforo Colombo, nella zona del porto di Napoli. Si trova in macchina con un amico quando nasce una violenta lite per futili motivi con alcuni ragazzi, viene ferito a morte da 8 coltellate. Le indagini portano all'arresto di due ventenni. Nel 2010, il tribunale di 1°grado condanna a diciotto anni di reclusione l'esecutore materiale e a sedici anni di reclusione il suo complice. La pena è di 12 anni di reclusione per l’unico imputato non ancora maggiorenne. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Carmine Cannillo, 39 anni. Il 31 dicembre 2010 viene colpito a morte a Crispano da un proiettile vagante, mentre con il figlio piccolo stava assistendo ai fuochi di fine anno a casa di amici. A poche centinaia di metri un ragazzo viene ferito alle gambe. Dopo tre anni di indagini la Polizia Scientifica di Napoli ha individuato due persone rinviate a giudizio per l'omicidio. Nel 2016, la sesta sezione penale del tribunale di Napoli ha condannato in primo grado uno degli imputati a 5 anni e 4 mesi e l'altro imputato a 9 mesi di reclusione per lesioni colpose. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Gianluca Cimminiello, 31 anni. Tatuatore, il 2 febbraio 2010 viene freddato nel suo studio “Zendark tattoo” a Casavatore. Gianluca è ammazzato per vendetta diretta. Il giovane viene punito per aver reagito alle intimidazioni di un gruppo di picchiatori recatosi presso il suo studio per dargli una punizione. Il suo omicidio è deciso a tavolino dal clan della zona. Il Killer viene condannato all'ergastolo in primo e secondo grado ma nel mese di marzo del 2015 la Corte di Cassazione rinvia nuovamente ad un nuovo giudizio in Corte d'Assise d'Appello. Il killer viene condannato definitivamente all'ergastolo dalla Corte di Cassazione nel 2018. Nel mese di ottobre del 2015, grazie alle deposizioni di alcuni pentiti, vengono individuati altri due presunti responsabili dell'omicidio di Gianluca, ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore dell'agguato mortale. Nel mese di giugno del 2020 viene confermata dalla Corte d’Assise d’Appello la sentenza di ergastolo per il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Gianluca Cimminiello. La sentenza è confermata in Cassazione nell'ottobre del 2021. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Gerardo Citarella, 43 anni. Vigilantes di Nocera Inferiore, muore il 26 ottobre 2010, durante un agguato all'Unicredit di Casoria. Rimane gravemente ferito anche un collega di quest'ultimo, Giuseppe Lotta, residente a Scafati. L'uomo muore, a causa delle ferite riportate alla coscia destra e ai polmoni, 10 giorni dopo in ospedale. Secondo le ricostruzioni effettuate dai carabinieri della compagnia di Casoria, intorno alle 10:30 di quel 26 ottobre un commando composto da 6 banditi assalta il blindato portavalori che preleva danaro contante dalla filiale Unicredit di Via Guglielmo Marconi. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Antonio Coppola, 40 anni. Ucciso a Casoria il 19 agosto 2010 mentre si trova presso l'edicola in cui lavora con la moglie. La moglie è dentro l'edicola quando sente alcuni colpi di pistola. Subito dopo vede una persona scappare con la pistola ancora in mano e, a terra, il marito riverso in una pozza di sangue. Antonio è stato sorpreso alle spalle. Il primo proiettile lo ha centrato alla schiena, gli altri due al volto e alla nuca. L'omicidio potrebbe essere riconducibile ad una vendetta per un banale rimprovero rivolto il giorno prima ad un giovane che si era introdotto nella vigna di un conoscente per rubare grappoli d'uva. Le indagini per l'omicidio di Antonio Coppola si sono concluse con l'archiviazione perché non sono stati identificati gli autori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Salvatore Farinaro, 28 anni. Agente scelto della Polizia ferroviaria presso la stazione di Rho, il 24 febbraio 2010 viene ferito mortalmente in seguito ad una lite, mentre cerca di difendere la sua ragazza che chiede il suo aiuto perché molestata e importunata da due uomini nel bar in cui lei lavora. Farinaro giunto presso il locale riesce ad allontanare i due molestatori, ma la discussione iniziata all'interno del bar si trasforma in una vera e propria aggressione. Uno dei due uomini ferisce mortalmente Salvatore sferrandogli un fendente alla gola. Salvatore muore poco dopo essere giunto in ospedale. Il responsabile della morte di Salvatore viene condannato in appello a 14 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Emiliana Femiano, 25 anni. Viene uccisa il 22 novembre 2010 a Terracina dall'ex compagno, già condannato per un precedente tentato omicidio della ragazza. Viene ritrovata in una pozza di sangue, con il volto sfigurato dai colpi e il corpo martoriato da decine di fendenti, inferti con violenza inaudita. Emiliana ha pagato con la vita il gesto azzardato di aver incontrato di nuovo il suo ex convivente, che un anno prima, a Napoli, l'aveva già accoltellata. La Corte d'assise di Appello ha condannato il responsabile a 30 anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Gaetana Spinosa, 80 anni. Titolare di un’edicola- tabacchi viene ritrovata morta, vittima di una rapina, il giorno 7 febbraio 2010 a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Il giorno dopo i presunti responsabili vengono arrestati dai carabinieri della compagnia di Nocera Inferiore e del reparto operativo di Salerno, con l’accusa di omicidio e rapina pluriaggravata, vilipendio di cadavere e incendio doloso in concorso. Condannati con rito abbreviato dal GUP di Nocera Inferiore a trent'anni di reclusione. Nel 2012 la Corte d'Assise d'Appello di Salerno riduce la pena a diciannove anni e quattro mesi. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Angelo Vassallo, 57 anni. Sindaco di Pollica, comune del Cilento, distintosi per le sue battaglie per la legalità e per l'ambiente, che porteranno al riconoscimento della bandiera blu per il suo Comune, il 5 settembre 2010 cade sotto una raffica di colpi di pistola. Le indagini sull’omicidio di Vassallo continuano senza escludere nessuna pista: dagli intrecci tra mafie ed attività affaristiche che interesserebbero il territorio cilentano, all’ambiente dello spaccio di droga. Attualmente l’unico indagato per l’omicidio di Vassallo è un ex carabiniere in carcere con l’accusa di collusione con un boss di Caivano. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Carlo Cannavacciuolo, 27 anni. Il 5 novembre 2011 viene ucciso nel corso di un tentativo di rapina a Santa Maria La Carità, mentre è in auto con la sua fidanzata. Quella sera, verso mezzanotte, Carlo Cannavacciuolo è con gli amici e con la fidanzata a festeggiare il suo onomastico. Dopo i festeggiamenti, Carlo va via con la fidanzata e prima di rientrare a casa decide di fermarsi in via Ponticelli. I due in auto sono raggiunti da due banditi con il volto coperto e armati di pistola. Uno dei rapinatori infrange il finestrino con il braccio così Carlo tenta di fuggire inserendo la retromarcia. Uno dei rapinatori, senza alcuna esitazione, fa fuoco ferendo mortalmente il giovane. Nel 2013 è stata consegnata ai genitori di Carlo la Medaglia d'oro al valor civile alla memoria del loro figlio. Gli assassini di Carlo sono stati condannati all’ergastolo. Condanna Confermata in Cassazione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Vincenzo Liguori, 57 anni. Meccanico, muore il 13 gennaio 2011 a San Giorgio a Cremano, raggiunto all’esterno della sua officina, quale scomodo testimone, dai proiettili destinati ad un altro uomo nell’ambito di una lotta tra clan. I responsabili della morte di Vincenzo hanno ricevuto condanne all’ergastolo e a diversi anni di reclusione. Il 2 febbraio 2016 la Corte di Assise d'Appello di Napoli, Quarta Sezione, assolve la persona ritenuta essere il mandante dell'omicidio, escludendo l'aggravante del metodo mafioso. Nel febbraio del 2017 la Cassazione respinge il ricorso della procura generale e rende definitiva l’assoluzione per l’unico imputato come mandante. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Mary Morad, 7 anni. Muore l’11 giugno del 2011 a Castel Volturno. Incontra il suo assassino, un uomo con problemi psichiatrici, fuori dalla sua abitazione. Viene prima percossa violentemente poi gettata in un canale nei pressi di Castel Volturno. L’uomo viene arrestato e condotto in carcere con l’accusa di omicidio volontario, resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio. Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Paola Cervo, convalida il fermo. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Elettra Rosso, 46 anni. Segretaria presso lo studio di un noto avvocato di Salerno. Qui, nella mattina del 26 gennaio 2011, Elettra viene aggredita e uccisa con un colpo di pistola dal suo ex marito. Lascia un bambina piccola. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Rosa Sequino, 44 anni. Il 30 luglio 2011 muore all'ospedale Sant'Eugenio di Roma dove viene ricoverata perché riporta ustioni di III grado sul 90% del corpo. Tre giorni prima il marito di Rosa va a prenderla e, percorrendo la strada isolata per raggiungere Todi, cosparge di benzina il corpo della donna. La coppia vive a Foligno ma è originaria della Campania. . Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Orvieto condanna l'uomo a 30 anni. La pena è confermata in appello e diviene definitiva nel 2014. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Giovanna De Lucia, 27 anni. Madre di tre figli, viene uccisa il 9 dicembre 2012 a San Felice a Cancello dal marito Giovanni Venturano, suo coetaneo. Venturano ha tentato in seguito il suicidio colpendosi alla gola con lo stesso coltello utilizzato per l’omicidio di Giovanna. Il 1° luglio 2014 si è concluso il processo nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Giovanni Venturano; l'uomo è stato condannato a 30anni di reclusione. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Andrea Nollino, 42 anni. Colpito a morte da proiettili vaganti a Casoria il 26 giugno 2012 appena dopo aver aperto il bar, che gestiva insieme al fratello. Andrea si trova fuori all suo bar di primo mattino a sistemare anche la parte esterna del locale quando due gruppi armati cominciano a fare fuoco. I proiettili del gruppo armato colpiscono mortalmente Andrea. Non si conoscono ancora i responsabili della morte di Andrea. Dopo diversi anni di indagini, nel 2015 gli organi inquirenti emettono un decreto di archiviazione perché ignoti gli autori. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Pasquale Romano, 30 anni. Il 15 ottobre 2012 prima di andare a giocare una partita di calcetto con gli amici, decide di raggiungere la fidanzata a Marianella, quartiere della periferia nord di Napoli. Pasquale esce dallo stabile dove vive la fidanzata e si dirige verso l’auto. E’ proprio in questo momento che 14 proiettili lo raggiungono. Vero obiettivo dell’agguato è un affiliato al clan locale. I responsabili sono stati tutti arrestati e messi sotto processo. L’autore materiale è stato condannato all’ergastolo e tutti gli altri partecipanti alla pianificazione dell’agguato sono stati condannati a diversi anni di reclusione. Nel mese di aprile 2016, la Corte Suprema di Cassazione rende definitiva la condanna all'ergastolo per l'esecutore materiale dell'omicidio di Lino Romano. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Alessandra Sorrentino, 26 anni. Viene uccisa a Palma Campania nella notte tra il 1 e il 2 luglio del 2012 a colpi di forbici dal marito. Quella notte, nell'abitazione di famiglia, scoppia una violenta lite tra i coniugi, Alessandra riesce a fuggire ma viene aggredita e colpita con delle forbici. Un colpo mortale la raggiunge in pieno petto. Viene trovata dai militari in una pozza di sangue. Il 22 luglio 2013 la IV sezione della corte di Assise di Napoli condanna il marito a 24 anni di reclusione. La Campania approva la legge regionale n. 22 del 21 luglio contro la violenza sulle donne pochi giorni dopo l'omicidio. L'aula le ha dedicato il provvedimento, approvato all'unanimità. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Giuseppina di Fraia, 52 anni. Viene uccisa dal marito a pochi passi dalla sua abitazione nel quartiere Pianura a Napoli. L’uomo la investe con la sua auto e dopo la cosparge di benzina e le dà fuoco. Giuseppina muore al reparto grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli il 14 febbraio 2013, dopo tre giorni di agonia. La donna aveva riportato ustioni di II e III grado sul 60% del corpo. Il 30 settembre dello stesso anno si svolge l'udienza preliminare del processo a carico dell’omicida. Nel 2014 l’uomo viene condannato all'ergastolo. Nel 2016, la IV sezione della Corte di assise di appello di Napoli condanna l’imputato a trent'anni di reclusione. L'uomo muore in carcere, detenuto a Poggioreale, nel 2019. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Antonio Giglio, 3 anni. Il 27 aprile del 2013 il piccolo Antonio precipita dalla finestra della casa della nonna, situata al settimo piano di un edificio nel Parco Verde di Caivano. La madre sostiene che il figlio si sarebbe sporto troppo e per questo sarebbe precipitato nel vuoto, ma la versione della donna non convince. Nel mese di giugno del 2019 il gip del Tribunale di Napoli chiede l'imputazione per omicidio per la madre del piccolo Antonio e di favoreggiamento per l’ex compagno. Nel mese di novembre del 2020 Il gup di Napoli (21esima sezione) rinvia a giudizio la donna e l’ex compagno con l’accusa rispettivamente di omicidio volontario e di favoreggiamento. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Fortuna Loffredo, 6 anni. Viene trovata senza vita il 24 giugno del 2014, dopo essere stata spinta dal sesto piano della palazzina in cui abitava, nei pressi di Caivano in provincia di Napoli. Dopo lunghe e tormentate indagini nel contesto di un rione definito come omertoso, gli inquirenti accertano che la bambina aveva subito ripetute violenze sessuali nei mesi che avevano preceduto l’omicidio. Secondo il primo grado di giudizio, il colpevole sarebbe il padre di un’amica di Fortuna che, come lei, viveva nella stessa palazzina. Nel luglio del 2017 l'uomo viene condannato all'ergastolo dalla quinta sezione della Corte d’Assise. Una sua complice è condannata a 10 anni. La sentenza confermata in appello è divenuta irrevocabile in Cassazione. ... Continua a leggere

• Facebook
• Twitter

Francesco Bruner, 60 anni. Ufficiale dei vigili urbani, viene colpito mortalmente a Napoli il 15 maggio del 2015. Il tutto avviene a causa di una lite tra parenti, Bruner esce per strada avendo sentito i colpi di pistola. Gli sparano dalla finestra. Nella “strage di Secondigliano” muoiono anche Luigi Cantone, un fioraio, Vincenzo Cinque, un vigile, Luigi Murolo, fratello del killer e la cognata Concetta Iuliano. Al capitano Bruner viene conferita la Medaglia alla memoria. Nel 2016 l'autore della ''strage di Secondigliano'' muore in cella, nel carcere di Poggioreale dove era recluso, in seguito ad una grave crisi cardio-respiratoria. Un anno prima aveva tentato il suicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Luigi Cantone, 59 anni. Colpito per errore a Napoli il 15 maggio del 2015 mentre transita in strada su di uno scooter, di ritorno a casa da lavoro. Il tutto avviene a causa di una lite tra parenti in un appartamento al primo piano di uno stabile. Nella “strage di Secondigliano” muoiono anche Francesco Bruner, un ufficiale, Vincenzo Cinque, un vigile, Luigi Murolo, fratello del killer e la cognata Concetta Iuliano. Nel 2016 l'autore della ''strage di Secondigliano'' muore in cella, nel carcere di Poggioreale dove era recluso, in seguito ad una grave crisi cardio-respiratoria. Un anno prima aveva tentato il suicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Gennaro Cesarano, 17 anni. Il 6 settembre del 2015, presso la chiesa di San Vincenzo nel rione Sanità di Napoli, due colpi di pistola raggiungono Genny. Trasportato all'Ospedale dei Pellegrini giunge ormai deceduto. Nel mese di gennaio 2016 quattro persone sono raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare. Determinante, ai fini della ricostruzione della vicenda, la collaborazione con la giustizia di un ex boss. Nel 2017 si conclude il processo di primo grado nei confronti dei responsabili dell'omicidio di Genny Cesarano: quattro ergastoli e una condanna a sedici anni per il pentito. Condanne confermate in Appello nel 2019. Nel mese di giugno 2021 la Corte Suprema di Cassazione rinvia il processo a una nuova sezione della Corte di Assise di Appello. Nel dicembre del 2021 la Corte di Assise di Appello conferma l'ergastolo, inflitto in primo grado, per uno dei killer. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vincenzo Cinque, 63 anni. Viene ucciso a Napoli il 15 maggio del 2015 mentre rientra a casa. Vincenzo viene ucciso per aver tentato di frenare la follia omicida. Il vigile viene subito ricoverato in condizioni gravissime all'ospedale San Giovanni Bosco, dove muore dopo due mesi di agonia. Il tutto avviene a causa di una lite tra parenti in un appartamento al primo piano di uno stabile. Nella “strage di Secondigliano” muoiono anche Francesco Bruner, Luigi Cantone, Luigi Murolo, fratello del killer e la cognata Concetta Iuliano. Nel 2016 l'autore della ''strage di Secondigliano'' muore in cella, nel carcere di Poggioreale dove era recluso, in seguito ad una grave crisi cardio-respiratoria. Un anno prima aveva tentato il suicidio. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Arianna Flagiello, 32 anni. Muore dopo un volo dal quarto piano dal balcone di casa sua all'interno del Parco di via Montedonzelli, nel quartiere Vomero di Napoli. Fin da subito i sospetti ricadono sul fidanzato. Il suicidio arriva al culmine di una lunga storia di maltrattamenti. La Procura di Napoli, dopo la denuncia dei genitori di Arianna, apre un'inchiesta per due ipotesi di reato: omicidio ed istigazione al suicidio. Il 29 maggio del 2020 i giudici della terza sezione della Corte di Assise del Tribunale di Napoli emettono la condanna a 22 anni di carcere. L’accusa è di maltrattamenti ed istigazione al suicidio. Nel mese di marzo del 2021, la quinta sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli riduce la pena a 19 anni. La condanna diviene definitiva nel mese di novembre 2021. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Luigi Galletta, 22 anni. Il giovane viene freddato con tre colpi di pistola a Napoli il 31 luglio del 2015. Due sicari di un clan del centro storico entrano nell’officina e dopo una prima minaccia lo colpiscono in testa con il calcio della pistola in testa. Il ragazzo viene trasportato all'ospedale Loreto Mare dove muore poco dopo. Il gip del tribunale per i minorenni, nel mese di novembre 2017 emette un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di colui che è ritenuto responsabile dei reati di omicidio, di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, lesioni personali e minacce, delitti attuati per agevolare l'attività del clan e per rafforzarne l'egemonia sul territorio. Nell'ottobre del 2018 questi viene condannato alla pena di 18 anni di reclusione. Nel 2019 un altro imputato viene raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'omicidio di Galletta. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Anatolij Korol, 38 anni. Viene ucciso il 29 agosto 2015 a Castello di Cisterna mentre si oppone ad un tentativo di rapina da parte di una banda armata nel supermercato ove si era recato quale cliente. Anatolij nota due uomini con il volto coperto da maschere e caschi integrali fare irruzione nel negozio, lascia la figlia nel carrello della spesa all'esterno dell'esercizio commerciale e rientra per cercare di bloccare i malviventi per difendere la cassiera. Uno dei due rapinatori fa fuoco contro Anatolij che viene colpito da proiettili alla gamba e al fianco, e, a sangue freddo, alla nuca. Anatolij viene anche trafitto con un corpo contundente. Il 20 ottobre 2015 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna alla vedova la Medaglia d'oro al valor civile in memoria di Anatolij. Nell’ottobre del 2015 si conclude l'inchiesta, con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Nola. Nel 2016 si conclude il processo in primo grado: condanne di venti anni a tre degli imputati, e a tre anni e quattro mesi per l’imputato accusato di essere complice degli assassini. Il giudice del tribunale di Nola ha riconosciuto ai due presunti autori dell’omicidio, divenuti nel frattempo collaboratori di giustizia, le attenuanti generiche. Nel 2009 dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione le condanne diventano definitive. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Maikol Giuseppe Russo, 27 anni. La sera del 31 dicembre 2015, Maikol si trova a Via Calenda con alcuni amici ad aspettare che il fratello Marco termini il suo turno di lavoro presso il bar "Lo Splendore". Il bar sta quasi chiudendo, quando arriva una banda di otto persone in sella a motorini e motociclette. Questi scendono dai mezzi e cominciano a sparare all'impazzata. Un proiettile sparato da una distanza di 10 metri colpisce Maikol alla testa. Maikol muore di lì a poco. Nel mese di dicembre 2021 un pentito riferisce sull'omicidio di Maikol, definendo il ragazzo vittima innocente di una stesa. Il caso, a distanza di sette anni, viene riaperto. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Facebook
• Twitter

Vincenzo D’Allestro, 46 anni. E' una delle nove vittime italiane dell'attentato avvenuto in un ristorante di Dacca, in Bangladesh, compiuto dall' Isis. Venti civili vengono massacrati intorno alle 21:00 di venerdì 1° luglio 2016, quando un commando armato di fondamentalisti islamici fa irruzione nell'Holey Artisan Bakery, al grido di 'Allah Akbar', Allah è grande. Le forze di sicurezza irrompono nel locale all'alba e riescono a trarre in salvo 13 ostaggi; ma per gli italiani è ormai troppo tardi. I terroristi uccidono chi non sa recitare il Corano. La salma di Vincenzo, insieme alle altre salme delle 8 vittime italiane. viene trasportata in Italia con un aereo di Stato. D’Allestro era originario di Piedimonte Matese. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Facebook
• Twitter

Stefania Formicola, 28 anni. La giovane donna era andata via di casa, rifugiandosi dai suoi genitori dopo l'ennesima violenza e l'ennesima minaccia ricevuta dal marito, ma il 19 ottobre 2016, di primo mattino, l'uomo si presenta sotto casa del suocero e ammazza la sua giovane moglie, madre di due bambini piccoli. L'uomo spara un colpo mortale e subito dopo chiama i soccorsi. Nel 2019 la seconda sezione della Corte d'Assise d'Appello di Napoli conferma la condanna all'ergastolo comminata in primo grado di giudizio. La condanna viene confermata nel 2020 dalla Corte Suprema di Cassazione. ... Continua a leggere

• Luoghi della memoria
• Storia completa
• Pillola video
• Facebook
• Twitter

Angelina Fusco, 56 anni. Viene uccisa con dei colpi di pistola il 15 giugno del 2016 a Palma Campania dal marito con il quale era separata da più di 15 anni ma continuavano a condividere l’abitazione. L’uomo dopo averla uccisa si toglie la vita gettandosi nel vuoto. ... Continua a leggere

• Storia completa
• Facebook
• Twitter